Il “green”, la sostenibilità, sono valori ormai fondamentali, nella società, nel mercato, e nel mondo del vino. E anche le grandi griffe enoiche investono sempre più in progetti che legano la produzione, il prodotto e la tutela del territorio. D’altronde, i numeri parlano chiaro: tra il 2009 ed il 2017 la superficie di vigneto “bio” è raddoppiata nel mondo (403.000 ettari, di cui l’84% in Europa), e ancora di più è cresciuta in Italia (103.207 ettari, +142%). E sebbene ancora il concetto di vino “naturale” sia ancora tutt’altro che chiaro, almeno a livello giuridico, emerge che il 78% degli italiani è interessato ad acquistarlo, con un 57% di loro che lo farebbe con assoluta certezza, ed un 31% che mostra atteggiamento positivo, nonostante dei “dipende” legati a prezzo, qualità e gusto. Emerge da una ricerca di Nomisma-WineMonitor per Pasqua, la griffe della Valpolicella che, con il progetto “Brasa Coèrta”, inizia il suo percorso verso la produzione di vino naturale: “siamo convinti che si possa produrre, distribuire, consumare in modo sostenibile. Non vogliamo che l’impegno etico si fermi alle parole. Brasa Coèrta è un progetto pilota per un vigneto di 1,2 ettari (da cui nascono appena 1.800 bottiglie) avviato oltre un anno fa, che evidenzia la volontà di dare risposte a un consumatore sempre più etico e attento a stili di vita e atteggiamenti sostenibili; un’idea virtuosa, che mira a tutelare il vigneto come parte del patrimonio territoriale, che si è concretizzata grazie all’incontro con Diego Rossi, chef e proprietario del ristorante Trippa di Milano, da sempre appassionato di vini naturali, e Lorenzo Corino, agronomo, tra i massimi esperti sul tema in Italia e in Europa”, ha spiegato l’ad di Pasqua Vigneti e Cantine, Riccardo Pasqua.
Una spinta etica, quella verso la maggior sostenibilità e salubrità possibile della produzione di vino, che va incontro anche ai sentiment delle persone.
Secondo l’indagine di WineMonitor, per esempio, la salvaguardia dell’ambiente e dell’ecosistema è una delle principali preoccupazioni degli italiani (20%), dietro soltanto alla disoccupazione e alla paura di perdere il lavoro (32%), ma anche prima della salute (12%).
Il rispetto per l’ambiente e la sostenibilità (22%) sono poi caratteristiche che non devono mancare mai negli alimenti e nelle bevande che si mettono nel carrello, seconde solo all’essere “100% italiano”, ma anche più importanti della tipicità e della tradizione (16%).
Ed a proposto di vino “naturale”, emerge che l’83% degli italiani ne ha già sentito parlare, e a fronte di un 12% che afferma di sapere perfettamente di cosa si tratta, c’è un 21% che non sa bene cosa sia, ma si dice interessato, ed un 50% che non ne conosce bene le caratteristiche, ma vuole saperne di più. Interessante, poi, il fatto che quando un vino viene definito naturale, i concetti che per primi vengono in mente sono, nell’ordine, artigianale (19%), sano (18%), qualità (13%), sostenibilità ambientale (12%) e autenticità (12%). Nel dettaglio, poi, l’essere naturale di un vino, secondo i consumatori, conferisce maggior valore al prodotto (87%) e fornisce un motivo in più per acquistarlo (85%). Al punto che oltre il 60% dei consumatori ritiene che un vino naturale, rispetto ad uno convenzionale, oltre ad avere maggiori benefici per la salute e ad essere più rispettoso per l’ambiente, avrebbe anche qualità organolettiche migliori.
In questo quadro, dunque, si inserisce il progetto di Pasqua, che oltre all’azienda veronese (54,7 milioni di euro di fatturato nel 2018, con una quota export dell’88% realizzata in 61 mercati del mondo, 15 milioni di bottiglie vendute e 322 ettari di vigneto gestiti, tra 100 di proprietà e 222 controllati in tutta Italia), come detto, vede in campo lo chef Diego Rossi, protagonista insieme a Giorgia Fincato, artista, e Lidia Caricasole, ballerina, del pro-getto “Talent Never Tasted Better” che valorizza talenti veronesi che hanno avuto il coraggio inseguire i loro sogni, affermandosi autorevolmente nei rispettivi campi in Italia e nel mondo, per realizzare, insieme a Pasqua, il suo sogno di un vino naturale che rispecchiasse le sue origini e la sua visione sostenibile.
Ne è nato un progetto vitivinicolo sostenibile che racconta appunto la voce di un territorio. Il nome stesso, “Brasa Coèrta” è mutuato da un detto popolare che sta a indicare una persona apparentemente tranquilla che nasconde molto di più di quel che fa vedere. Per Diego Rossi, Brasa Coèrta rappresenta “il progetto di un vino che racchiuda il pensiero che anima i miei piatti: è necessario semplificare i processi e rispettare il prodotto; se lo lavori meno, rimane più intatto, più integro e più vero”. Brasa Coèrta nasce da un vigneto scelto per le sue caratteristiche particolarmente vocate. Nella gestione del vigneto, Pasqua si è avvalsa della collaborazione di Lorenzo Corino, che ha implementato processi produttivi attenti agli aspetti di salubrità ambientale, conservazione della biodiversità e longevità del vigneto. Impiantato nel 1985, il vigneto è caratterizzato da un terreno argilloso-calcareo di origine alluvionale. Le varietà di uve coltivate sono Corvina, Corvinone, Rondinella, Cabernet Sauvignon e Merlot. Le uve vengono raccolte a mano con attenta selezione, per rimanere poi per circa dieci giorni nelle cassette prima di essere pigiate. Dopo la pigiatura vengono passate in tini di legno dove i lieviti naturali realizzano la fermentazione alcolica. Terminato questo passaggio, il vino viene riposto in tonneaux di rovere francese di secondo e terzo passaggio per 6 mesi, dove svolge la fermentazione malolattica. Infine passa in acciaio per un ulteriore affinamento.
“Ho visto in Pasqua la lungimiranza di una grande azienda che fa da apripista - dichiara Lorenzo Corino - impegnandosi in maniera concreta in un progetto finalizzato alla sostenibilità in viticoltura e alla salubrità del vino”. E così inizia, dunque, il percorso di Brasa Coèrta.
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