Vengono di solito spacciate come ultima tendenza, e magari si tratta di notizie vecchie di anni e riciclate per l’ennesima volta: la comunicazione del vino è piena di “pacchi”, più o meno divertenti, ultimo in ordine di tempo quello dei matrimoni in cantina. Sembrerebbe un’idea brillante per rilanciare il turismo enologico, una nuova e moderna forma di accoglienza rurale, ma non è certo una novità quella di festeggiare il ricevimento nuziale in campagna, magari anche all’aperto: anzi, i nostri nonni festeggiavano proprio così i loro matrimoni. Secondo chi ha “rifritto” questa tendenza, si moltiplicherebbero le cantine pronte ad ospitare i centinaia di invitati di un banchetto, ma chissà dove li metteranno … forse spostando tini e barriques troveranno il posto per le lunghe tavolate. In cantina poi, sempre secondo i sostenitori di questo trend eno-matrimoniale, c’è la preziosa presenza dei sommelier per abbinare i giusti vini al menu scelto dagli sposi, e allora sorge spontaneo chiedersi: “Perché, negli altri ristoranti non ci sono i sommelier?”. Ma questo è solo un esempio di come la fantasia a volte scarseggi, e sia più facile ripescare nel già visto. Ci sono anche casi in cui la fantasia viene lanciata al galoppo, arrivando a vere e proprie esagerazioni, come per esempio affermare che il vino accorre in aiuto del turismo. Un ragionamento forse un po’ azzardato, che mette il vino al centro dell’universo, e tutto il resto a ruotargli intorno. Quello che sta avvenendo negli ultimi anni non è forse il contrario, ovvero il turismo che accorre per dare una mano al vino, attualmente in crisi?
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