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VINUM 2007 - LA CRESCITA TRASVERSALE DEL TURISMO DEL VINO: DALL’ECONOMIA AL TERROIR. GLI ENOTURISTI: CHI SONO, COSA CERCANO, QUANTO SPENDONO. L’OPINIONE DI CONSUMATORI E DELLE AZIENDE (PER IL 30% DELLE CANTINE, IL TURISMO VUOL DIRE 15% DEI RICAVI)

Italia
I turisti in cantina fanno felici i bilanci aziendali

L’enoturista si conferma come turista del territorio - prima che turista del vino - sottolineando l’accento posto dagli intervistati sull’importanza “dell’ambiente e del paesaggio”, del “fascino dei grandi vini”, della “storia, arte e cultura”, con l’interesse per la “gastronomia tipica” che passa, dal primo posto del 2006, al quinto di oggi, dopo “l’atmosfera delle cantine”, tra i fattori che esprimono le attese dei consumatori nella determinazione di un viaggio del vino. E’ questa l’estrema sintesi di un’interessante indagine, realizzata nel 2007 da Go Wine e da Magda Antonioli Corigliano, direttore del Master in Economia del Turismo dell’Università Bocconi, presentata ieri ad Alba per Vinum (che chiude domani), uno degli eventi più interessanti dell’enologia del Piemonte e d’Italia.

Il monitoraggio dei cambiamenti in atto nel mercato turistico in generale e ancor più in quello specifico dell’enoturismo, è tanto più importante quando si osserva un diffuso scollamento fra offerta e domanda, come si rileva non di rado nei territori a valenza enogastronomica.

L’indagine, coordinata da Magda Antonioli Corigliano, presenta un aspetto di novità e uno di continuità, con una duplice chiave di lettura: la continuità riguarda il mondo dell’enoturista, la novità si riferisce al coinvolgimento nell’indagine delle aziende vitivinicole, prendendo così in considerazione i due versanti della domanda e dell’offerta (quest’ultima con un riferimento esclusivo alla componente delle ”cantine” e con una particolare attenzione agli aspetti aziendali legati alla gestione dell’enoturismo).

La doppia chiave di lettura evidenzia quindi i due punti di vista differenti su argomenti comuni e correlati, valutandone il grado di allineamento/disallineamento. Dall’indagine traspare un enoturista che si autodefinisce prevalentemente (61,96%) “amante” o “curioso” del vino, contro il 36,96% che si ritiene “esperto” o “intenditore”. Una differenza assai netta sui risultati 2006 (allora, rispettivamente, oltre il 70% ed il 25% del campione) ma che non trova un identico riscontro nel giudizio dato dai produttori, che vedono solo un 31,62% di esperti/intenditori ed un 64,62% di amanti e curiosi.

Si conferma anche il dato dell’enoturista come un turista del territorio - prima che turista del vino - sottolineando l’accento posto dagli intervistati sull’importanza “dell’ambiente e del paesaggio”, del “fascino dei grandi vini”, della “storia, arte e cultura”, con l’interesse per la “gastronomia tipica” che passa dal primo posto del 2006 al quinto di oggi, dopo “l’atmosfera delle cantine”, tra i fattori che esprimono le attese dei consumatori nella determinazione di un viaggio del vino. Per quasi il 54% degli intervistati, l’elemento vino è comunque centrale e rilevante nella scelta di effettuare il viaggio enogastronomico, e per un ulteriore 32,58% è addirittura fondamentale e determinante.

L’enoturismo, per quanto riguarda le modalità del viaggio, è solo marginalmente un fatto di “single”, mentre prevalgono le decisioni di gruppo e soprattutto di gruppi spontanei, considerando che i viaggi organizzati rappresentano solo il 17% del totale. Nella maggioranza dei casi sono occasioni di stare in compagnia fra a mici e colleghi, con una componente non trascurabile di ricerca di svago/divertimento, in un contesto prevalentemente identificabile come tempo libero/vacanza. La propensione al viaggio si conferma sostanzialmente stabile, se non in lieve aumento (il 91,58% ha effettuato negli ultimi 2 anni un viaggio nelle aree vitivinicole e l’86,60% racconta di una visita alle cantine) ma in termini di accoglienza - e quindi di soddisfazione dell’esperienza compiuta - resta ancora molto da fare, tanto che solo il 36,62% si dichiara pienamente soddisfatto per la visita alle aziende e meno del 30% per il viaggio enogastronomico nei territori del vino.

Sono dati su cui riflettere, da parte degli operatori, considerato che in termini d’importanza attribuita dai consumatori ai servizi, al primo posto viene collocata l’accoglienza in cantina ed al secondo la ristorazione. Di contro, dall’indagine nelle aziende, emerge che la visita in cantina e la disponibilità di una sala degustazioni sono in assoluto le modalità prevalenti di accoglienza (rispettivamente nel 91,89% e nel 94,59% delle risposte). E’ pur vero che il 91,67% degli operatori intervistati riconosce la necessità di migliorare i servizi offerti e nel 90,91% dei casi si dichiara la disponibilità ad investire risorse proprie nella formazione sui temi dell’enoturismo.

L’inchiesta di Go Wine e del direttore del Master in Economia del Turismo dell’Università Bocconi ha cominciato anche ad approfondire il ruolo dei mezzi di comunicazione e la loro influenza nella determinazione delle scelte legate all’enoturismo. Il risultato ha messo in luce il disallineamento fra le opinioni dei turisti e degli operatori: per i primi (i turisti), sembra che le decisioni siano scarsamente influenzate dai media, ai quali si attribuiscono limitate capacità di orientamento delle scelte; per gli operatori, si evidenzia invece un giudizio differenziato tra alcune tipologie di mezzi di comunicazione, con il riconoscimento di un ruolo più “efficace” alle guide specializzate, e con una maggiore articolazione di giudizi ed un ampio divario per la stampa periodica e la televisione.

I risultati del sondaggio Go Wine/Bocconi consentono anche di passare da una “semplice” valutazione qualitativa del fenomeno all’analisi della sua consistenza “numerica” e del suo valore economico. L’inchiesta tra i consumatori, per quanto riguarda i prezzi, prende in considerazione la disponibilità di spesa per persona per un week end (tutto compreso) e per l’acquisto in loco di 3 bottiglie di vino. Sulla rilevazione 2006, la disponibilità di spesa si è spostata su valori meno elevati: nel caso di un weekend di turismo enogastronomico, oltre 1 intervistato su 3 dichiara una disponibilità di spesa fino a 149 euro (per persona, tutto compreso); 2 su 3 convergono nelle due fasce centrali (fino a 199 euro); ma è tutt’altro che trascurabile la quota del 12% che esprime una disponibilità di spesa superiore ai 250 euro. Situazione perfettamente analoga anche per l’acquisto di 3 bottiglie di vino: la più elevata frequenza di indicazione si colloca nella fascia dai 30 ai 49 euro; al di sotto di questo valore di 49 euro si colloca poco meno del 70% delle risposte. Dunque un livello di spesa piuttosto controllato, anche se all’estremo opposto circa il 10% è disponibile a spendere più di 100 euro.

Sul versante delle imprese, risulta che il 59,46% ritengono il fenomeno dell’enoturismo “molto importante” ed il 21,62% “abbastanza importante”; per quasi un terzo delle aziende, il turismo del vino costituisce più del 15 % dei ricavi totali; la rilevazione dei flussi turistici evidenzia che il 69,44% delle imprese è visitato da meno di 1.000 turisti all’anno; l’83,79% delle imprese prevede un trend positivo delle presenze nei prossimi 2 anni e analogamente il 77,78% si esprime riguardo all’andamento delle vendite ad enoturisti (anche se con percentuali di incremento più ridotte).

L’enoturismo assume quindi un ruolo potenziale nelle strategie d’impresa, offrendo interessanti opportunità per la commercializzazione e non solo come strumento di comunicazione e marketing, ma la gestione dei flussi di visitatori richiede capacità organizzative interne e livelli di costo non sempre possibili nella piccola dimensione, tanto è vero che proprio tra le aziende più grandi (con più di 20 ha di superficie) si trovano quelle che riconoscono come “molto importante” il fenomeno dell’enoturismo.

Gli elementi quantitativi e qualitativi emersi dall’indagine Go Wine/Bocconi assumono un rilievo tutt’altro che secondario da un punto di vista programmatorio ed operativo, in quanto permettono di monitorare costantemente i cambiamenti in atto nella domanda e nell’offerta, fornendo elementi di valutazione e misurazione del “fenomeno enoturismo”, delle azioni che stanno alla base della decisione di praticarlo, delle attese che animano l’enoturista, dei suoi comportamenti e del suo livello di soddisfazione.

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