Dalla difesa contro i dazi imposti al vino in contesti di dispute commerciali estranee al settore, come quelle tra Stati Uniti e Unione Europea di oggi, ma non solo, alla collaborazione con i governi di Cina e Messico per garantire la tutela dei nomi geografici negli accordi con l’Ue; dal sostegno a risoluzioni bipartisan del Congresso americano che riconoscono il valore delle American Viticultural Areas, alla leadership tecnica all’interno dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (Oiv), fino alla protezione dei nomi delle regioni vinicole anche nel mondo digitale e al supporto a territori come Napa Valley e Willamette Valley per ottenere lo status di Indicazione geografica protetta in Europa. Sono solo alcune delle azioni che testimoniano l’impatto concreto della Wine Origins Alliance, nata il 26 luglio 2005 nella Napa Valley con la firma della “Joint Declaration to Protect Wine Place & Origin”. Oggi, l’alleanza riunisce 34 regioni vinicole, in 9 Paesi su 4 continenti - Europa (Bordeaux, Borgogna/Chablis, Provenza, Valle del Rodano, e Champagne per la Francia, Chianti Classico per l’Italia, Douro & Porto per il Portogallo, Jerez-Xérès-Sherry, Rioja, la Ribera del Duero per la Spagna, Tokaj per l’Ungheria); Asia (Yamanashi, in Giappone); Nord America (Baja California, Monterey County, Napa Valley, Paso Robles, Santa Barbara County, Sonoma County e Livermore Valley, Leelanau Peninsula, e Old Mission Peninsula, Finger Lakes, Seneca Lake, Long Island, Missouri, Willamette Valley, Oregon, Virginia, Texas, Washington state e Walla Walla Valley, in Usa, e Querétaro, in Messico), e poi Oceania (Barossa e McLaren Vale in Australia) - rappresentando quasi 100.000 produttori e viticoltori, oltre 1 milione di posti di lavoro e più di 8 miliardi di dollari in esportazioni globali.
In vent’anni, il Woa - spiega una nota - è diventato una voce autorevole nel panorama vinicolo internazionale, promuovendo la trasparenza per i consumatori e valorizzando l’unicità territoriale dei vini.
“Venti anni fa, la Champagne si unì ad altre regioni per affermare un principio fondamentale: i nomi dei luoghi del vino sono un patrimonio collettivo da proteggere - ricorda Charles Goemaere, co-presidente Woa e direttore generale Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne - sebbene siamo concorrenti sul mercato, condividiamo la responsabilità di difendere ciò che rende i nostri vini unici”.
“Siamo ancora più determinati a ridurre gli ostacoli commerciali e a garantire che i consumatori sappiano esattamente da dove proviene il vino che amano - sottolinea Linda Reiff, co-presidente Woa e presidente Napa Valley Vintners - lavorando insieme, possiamo affrontare le sfide future con resilienza e innovazione”
Con una visione condivisa e una rete globale sempre più solida, la Wine Origins Alliance si conferma un attore-chiave nella promozione della qualità, dell’identità territoriale e della trasparenza nel mondo del vino, conclude la nota.
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