È un po’ come il proverbiale “chiedere all'oste se il vino è buono”. In ogni caso, sette italiani su dieci pensano che i vini tricolore siano i migliori al mondo, il 45% lo beve almeno 2-3 volte a settimana, soprattutto (59% dei casi) durante i pasti (o al momento dell’aperitivo, nel caso dei più giovani), i vini rossi restano i preferiti, seguiti dai bianchi e dalle bollicine, e al momento dell’acquisto si guarda più alla tipologia e alla provenienza geografica che al prezzo e all’estetica della bottiglia, spendendo per lo più tra i 5 e i 10 euro. A dirlo un sondaggio Euromedia Research, presentato ieri sera da Alessandra Ghisleri, una delle più autorevoli sondaggiste italiane, a “Porta a Porta”, il celebre talk show di Rai Uno, condotto da Bruno Vespa, anchor man e produttore di vino, in Puglia, che ha dedicato un’ampia parentesi al vino, ospitando tra gli altri il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, il presidente Assoenologi Riccardo Cotarella e il giornalista e vicedirettore del “Corriere della Sera” Luciano Ferraro, il medico nutrizionista Giorgio Calabrese e il produttore “Mister Amarone” Sandro Boscaini.
Alla prima domanda del sondaggio, “secondo lei i vini italiani rappresentano un’eccellenza nel mondo e sono al primo posto come qualità?”, il 69,4% ha risposto sì (percentuale che sfiora l’80% nel Nord-Est, mentre i meno entusiasti, ha specificato Ghisleri, sono le isole e il Nord-Ovest), il 17,4% ha risposto “no, esistono altri vini nel mondo di qualità superiore”, mentre il 13,2% non sa o non ha risposto. Il 20,5% degli intervistati ha dichiarato di bere vino quotidianamente, il 24,4% 2-3 volte a settimana, il 17,9% 3-4 volte al mese, il 25,1% raramente, solo in occasioni speciali, e il 12,1% mai. “Tra chi beve quotidianamente gli “over 65” sono quasi il 40% - aggiunge la sondaggista. Un giovane su tre beve vino 3-4 volte al mese o raramente, una persona su tre tra i 25 e i 60 anni lo beve 2-3 volte a settimana”. Tra i bevitori, anche occasionali, la maggior parte (59,5%) si concede un bicchiere di vino durante un pasto, il 17% in accompagnamento a un dolce in occasione di un festeggiamento, il 10,9% in un momento di relax. Quasi il 40% dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni consuma vino durante l’aperitivo. Il vino rosso, nonostante stia vivendo un momento complicato, si conferma la tipologia preferita da quasi un bevitore italiano su due (47,7%); a seguire bianco (23,2%), spumante e Champagne (19,2%) e rosato (8,3%). I vini preferiti sono invece quelli associati più all’aperitivo, il Prosecco e il Lambrusco, seguiti da Barolo, Chardonnay, Chianti, Primitivo e Nero d’Avola.
Una spaccatura generazionale si evidenzia al momento dell’acquisto di una bottiglia di vino. La prima caratteristica che si valuta è la tipologia di vino (35,3%), poi la provenienza geografica (21,9%) e la cantina o il marchio (11,5%). Solamente al quarto posto il prezzo (10,6%), percentuali minime per gradazione alcolica (3,9%), annata (3,6%) e, sorprendentemente, estetica della bottiglia (2,2%). Ma la tendenza è opposta nel caso dei giovani, che, precisa la Ghisleri, scelgono la bottiglia in base a prezzo ed etichetta. Spende di più chi è più avanti con gli anni, e comunque la maggioranza degli intervistati (36,1%) spende tra i 5 e i 10 euro, oltre uno su quattro (26,4%) tra 10 e 20 euro, il 16,8% fino a 5 euro e il 6,1% oltre 20 euro. “Chi spende di più è il consumatore più avanti con gli anni”. In conclusione, il 41,3% degli italiani crede che il settore del vino in Italia sia adeguatamente valorizzato (il 50% nel Nord-Est), contro il 43,6% di chi pensa l’opposto. E solo per il 3,7%, degli italiani, infine, il settore non rappresenterebbe una risorsa importante per il Paese.
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