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VINO E TERRITORIO

Cresce l’appeal della Sicilia del vino, soprattutto grazie ai suoi grandi vini bianchi

Il report Nomisma Wine Monitor - Unicredit, nel lancio di “Sicilia en Primeur” 2025, a Modica (6-10 maggio), by Assovini Sicilia

La Sicilia è, ormai, una delle regioni portanti del vino italiano, con i suoi tanti territori, dal “diamante” Etna a Vittoria, da Menfi a Noto, da Marsala a Pantelleria. Una diversità che la rende una delle regioni più affascinanti d’Italia, ricca di storia, cultura e paesaggi mozzafiato, dove la vigna si intreccia alle testimonianze storiche lasciate nei secoli dalle tante civiltà che hanno attraversato l’isola, crocevia del Mediterraneo, lasciando un’impronta indelebile anche sul suo patrimonio culturale ed enogastronomico. E una regione in cui le cantine hanno saputo valorizzare tanto le varietà autoctone, come il Nero d’Avola ed il Nerello Mascalese, il Catarratto ed il Grillo, per citarne solo alcune tra le più celebri, quanto i grandi vitigni francesi. Con i vini bianchi, in particolare, che stanno vivendo un momento importante, tanto che le esportazioni dei bianchi Dop Siciliani, nel 2024, hanno segnato un +8,9% sul 2023, a conferma di un trend di crescita importante, dopo il +7,8% del 2023 sul 2022. È una delle evidenze dell’“Osservatorio sulla competitività delle Regioni del Vino - Sicilia”, realizzato da Nomisma Wine Monitor in collaborazione con UniCredit, ed illustrato nel lancio di “Sicilia en Primeur”, evento itinerante firmato da Assovini, guidata da Mariangela Cambria, che riunisce oltre 100 tra le cantine più virtuose dell’isola, e che da anni mostra la bellezza e la varietà dalla Sicilia del vino, con la presentazione delle nuove annate, con l’edizione 2025 che sarà di scena a Modica dal 6 al 10 maggio.
In particolare, spiega lo studio, focalizzando l’attenzione sui primi 10 mercati di destinazione, per i bianchi Dop siciliani l’export 2024 è cresciuto del 37% in Uk, del 34% in Russia, del 12% in Germania e per l’11% sia in Canada che negli Usa. In senso opposto sono andati i rossi Dop siciliani che registrano, per due anni di fila, una riduzione nell’export (-4,5% nel 2023, -2,9% nel 2024). Per i rossi Dop siciliani - fa notare Assovini Sicilia - pur in un contesto di calo complessivo, si registra una crescita in Canada (+22%), Russia (+17%), Paesi Bassi (+8%) e Stati Uniti (+6%).
E, proprio sugli Stati Uniti, è stata realizzata da Nomisma una consumer survey per il Rapporto Wine Monitor-Unicredit n. 3 sulla competitività delle regioni del vino su quasi 2.000 consumatori di vino localizzati nei 3 Stati di maggior consumo, vale a dire New York, California e Florida. Ne è emerso che il consumatore americano mostra una crescente attenzione verso i vini di qualità (33%) e ricerca vini provenienti da diverse regioni e territori (28%). Inoltre, presta maggiore attenzione alla salute, preferendo vini rossi più leggeri e con un contenuto alcolico inferiore. Gli aspetti “green” sono particolarmente apprezzati dai consumatori più giovani. In questo contesto, il 65% della popolazione dei tre stati analizzati ha dichiarato di aver consumato vino nell’ultimo anno, e 7 su 10 hanno orientato la loro preferenza verso vini italiani. In particolare, la Sicilia è tra le regioni italiane più conosciute e visitate dagli americani - secondo il Rapporto Wine Monitor-Unicredit n. 3 - ed è anche molto apprezzata per i suoi vini. Solo il 14% dei consumatori intervistati dichiara di non aver mai sentito nominare la Sicilia, la percentuale più bassa insieme a quella della Toscana tra tutte le regioni italiane. La Sicilia e la Toscana sono indicate dagli americani come le regioni italiane che producono i vini di maggior qualità, con 6 su 10 che dichiarano di conoscere almeno un vino siciliano e 2 su 10 di averlo anche consumato. La percentuale di consumatori di vini siciliani aumenta tra coloro che hanno visitato l’Italia negli ultimi cinque anni, apprezzano la cucina italiana, sono Millennial (29-44 anni), wine lover (buoni conoscitori di vino) e hanno un reddito annuo superiore ai 100.000 dollari. I consumatori americani sono attratti dai vini italiani e siciliani per i valori che questi esprimono, principalmente legati alla tradizione, alla varietà dei vitigni autoctoni e alla qualità riconosciuta, sia a livello internazionale che per il rapporto qualità-prezzo. Nonostante i dazi, la maggioranza dei consumatori americani vede un futuro di crescita per il vino italiano. Nel breve periodo (nei prossimi 12 mesi), si prevede una maggiore propensione al consumo dei vini italiani rispetto alla media. Infatti, mentre il 65% dei consumatori manterrà invariato il consumo di vino italiano, un altro 25% ha dichiarato di volerlo aumentare, contro un 13% che invece lo ridurrà, con un saldo positivo di 9 punti percentuali. È importante notare che i dati Istat sull’export tengono conto del luogo di spedizione all’estero, quindi sfuggono i quantitativi di vino siciliano che non partono direttamente dalla Sicilia, ma da porti situati in altre regioni, ai quali questi volumi vengono attribuiti come export vinicolo. Pertanto, si stima che il commercio estero di vini e mosti siciliani sia superiore rispetto ai dati ufficiali Istat.
“Il supporto alle realtà del comparto vitivinicolo in Sicilia che si trovano oggi ad operare in uno scenario globale complesso e incerto continua ad essere un impegno per UniCredit. Un sostegno a 360 gradi ad una filiera da sempre portavoce del made in Sicily nel mondo e che si concretizza attraverso credito, consulenza, supporto nelle sfide dell’export e delle due transizioni, digitale e sostenibile”, sottolinea Salvatore Malandrino, Regional Manager Sicilia UniCredit.
“La cultura del vino in Sicilia: una storia millenaria che guarda al futuro”, è il pay-off di “Sicilia en Primeur”2025. Il vino siciliano è uno dei simboli della cultura mediterranea - commenta Mariangela Cambria, presidente Assovini Sicilia - della quale la Sicilia è massima espressione. Il vino non è solo un prodotto agricolo o commerciale, non è semplicemente una bevanda, ma un elemento essenziale della cultura universale, che attraversa secoli e civiltà. La sfida alla quale Assovini Sicilia è chiamata a rispondere e dare il suo contributo è anche quella di tutelare il valore culturale del vino contro dinamiche internazionali restrittive, contro una cultura che criminalizza quello che è un prodotto culturale, promuovendolo come espressione di civiltà, conoscenza, bellezza e tradizione”.

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