Il mercato del vino in generale, e quello dei rossi in particolare, come noto, non vive un momento brillante. Ma ci sono denominazioni e territori che registrano una non scontata situazione di stabilità. Come la Valpolicella, una delle terre nobili del vino italiano, i cui vini muovono un giro d’affari stimato in oltre 600 milioni di euro. E che vede un vigneto sostanzialmente stabile, a quota 8.621 ettari, distribuito su 19 comuni, e una produzione complessiva tra Valpolicella Doc, Valpolicella Ripasso, Amarone e Recioto di oltre 59 milioni di bottiglie nel 2024: un balzo indietro, ma non clamoroso, rispetto all’anno precedente (-3%) che fissa il consuntivo sugli stessi volumi del 2014. In crescita la superficie vitata “green”, che caratterizza quasi 3.600 ettari tra certificazione bio e del sistema di produzione integrata, con una incidenza che supera il 41%. Emerge nel “Valpolicella annual report” 2025, il dossier socioeconomico del Consorzio Vini Valpolicella presentato, oggi, a Palazzo Ferro Fini a Venezia, sede del Consiglio regionale del Veneto, nel quadro di “Venezia Superiore”, l’evento per gli eno-appassionati in programma stasera alla Loggia Maggiore della Pescheria di Rialto, inserito nel calendario delle celebrazioni del centenario del Consorzio, guidato da Christian Marchesini.
Una fotografia che evidenzia una denominazione impegnata a fronteggiare l’incertezza sui mercati e il calo dei consumi con politiche consortili volte a mantenere in equilibrio tutta la filiera della Valpolicella e a potenziare, al contempo, la promozione. Ed è proprio il bilanciamento tra domanda e offerta, con conseguenti misure di contenimento perseguite dall’ente di tutela, spiega una nota, a guidare la produzione nella principale denominazione rossista del Veneto che, l’anno scorso, ha visto scendere a 13,9 milioni le bottiglie di Amarone (-2,2% sul 2023). “Un dato lontano - ma al passo con i tempi - dal record produttivo di quasi 19 milioni di bottiglie registrato nel 2021. In contrazione anche la Doc Valpolicella Ripasso (più di 18 milioni di bottiglie nel 2024, -8% circa), mentre le aziende dimostrano di puntare sulla versatilità di consumo in tutte le stagioni e con abbinamenti al di fuori degli schemi, del vino di territorio per antonomasia. Infatti, il Valpolicella, il vino trendy a cui è dedicato “Venezia Superiore”, sfiora 17 milioni di bottiglie e mette a segno un +5% sull’anno precedente”.
“Consapevolezza e progettualità sono le parole chiave che definiscono il perimetro di azione del Consorzio in un contesto che vede le sfide moltiplicarsi - ha dichiarato il presidente Christian Marchesini - abbiamo la responsabilità di preservare il più possibile lo stato di salute delle aziende e della denominazione che esprime un fatturato di 600 milioni di euro. Il report annuale ci indica che il percorso intrapreso negli ultimi anni dall’ente, in cui confluiscono pragmatismo, visione e nuove progettualità di promozione, sia sul mercato interno che all’estero, è quello in grado di resistere e di rispondere all’attuale crisi del settore. La terza edizione di Venezia Superiore si inserisce in questa rotta, che punta a intercettare anche i giovani consumatori”.
Secondo quanto rilevato dal report, nel 2024 i vini della Valpolicella hanno raggiunto 87 Paesi, realizzando una quota export pari al 60%. Sul fronte della promozione, il Consorzio ha organizzato 40 eventi in 18 Paesi. Oltre ai presidi storici (Usa, Canada, Nord Europa, Germania, Uk e Cina), Il Consorzio ha intensificato le azioni verso Giappone, Vietnam e Singapore.
“Venezia Superiore” del Consorzio Vini Valpolicella proseguirà questa sera alla Loggia Maggiore della Pescheria di Rialto, dove andrà in scena un walk around tasting per i Valpolicella lovers. Ai banchi 40 referenze di Valpolicella e Valpolicella Superiore di 26 aziende, pronte a dimostrare nuove modalità di consumo del rosso veronese, a partire dalla temperatura di servizio.
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