Il vino sfuso, potrà essere messo in commercio solo se certificato come Chianti Classico; il Chianti Classico non potrà diventare Riserva “automaticamente”, e cioè con il semplice trascorrere del tempo, ma solo se il produttore dichiarerà la destinazione del prodotto al momento della richiesta di idoneità; sarà possibile produrre una “selezione” di Chianti Classico a seguito di una precisa scelta produttiva e solo se interamente ottenuto dai vigneti aziendali, affinato nella cantina aziendale e imbottigliato nella stessa; infine, e non per ultimo in termini d’importanza per i suoi effetti sui consumatori, il marchio del Gallo Nero lascia il suo attuale posto sulle fascette di Stato per diventare un vero e proprio marchio “di fabbrica” e di territorio ed essere obbligatoriamente applicato sul collo della bottiglia da parte di tutti i produttori della denominazione. E’ questa la rivoluzione qualitativa verso l’alto della denominazione del Chianti Classico approvata oggi dall’assemblea dei soci del Consorzio del Chianti Classico.
“Ci stavamo lavorando da molto - spiega a WineNews, Marco Pallanti, presidente del Consorzio Chianti Classico - convinti che le decisioni prese una alla volta non fossero adeguate a risolvere i problemi. Per questo abbiamo intensamente voluto un pacchetto, che lasciamo al prossimo Consiglio. Un lavoro teso a far percepire al consumatore quell’innalzamento qualitativo conseguito dai nostri vini negli ultimi anni e che ci permetta di affrontare le nuove sfide del futuro con una serie di regole capaci di rendere il Chianti Classico più forte davanti alla crescente concorrenza internazionale. Il nuovo Consiglio che si insedierà il prossimo 4 giugno troverà sul tavolo anche la proposta di una nuova governante del Consorzio più snella. Sono soddisfatto - sottolinea il presidente - termino il mio mandato con una costruzione progettuale importante”.
Un radicale riassetto della piramide qualitativa dei vini Chianti Classico che coincide anche con una operazione ancora più rigorosa di identificazione con la zona di produzione, attraverso il rafforzamento di un marchio che diventa una sorta di “Gallo del territorio”, comunicando immediatamente al consumatore che la bottiglia che sta acquistando è un prodotto ottenuto in una precisa parte della Toscana, accrescendo, al contempo, il prestigio delle stesse etichette e il loro posizionamento di prezzo, oltre a procedere con una ulteriore diversificazione rispetto al Chianti generico.
Le decisioni prese dall’assemblea dei soci porteranno, evidentemente, alla modifica di alcuni articoli del Disciplinare di produzione. La prima è quella che il Chianti Classico non potrà essere più commercializzato nella sua forma “atto a divenire”, ma soltanto dopo che la commissione d’assaggio lo ha certificato come Chianti Classico. Un passaggio importante e che toglie di mezzo molte incertezze dal piano operativo di una denominazione così importante nel panorama enologico italiano ed internazionale.
L’istituzione di una piramide qualitativa più solida, a partire dalla focalazzazione sulla tipologia Riserva, che, ricordiamolo, vale il 40% del fatturato della denominazione, è anch’essa un passo decisamente “pesante” per un’ulteriore crescita della qualità e dell’appeal del Chianti Classico. Il produttore dovrà dichiarare alla commissione d’assaggio la sua intenzione di produrre una Riserva e indicare i campioni destinati a questa tipologia, mentre i parametri chimici della Riserva diventeranno nel Disciplinare di produzione più restrittivi.
Al vertice della piramide ci sarà un Chianti Classico “selezione”, il cui nome è per ora provvisorio ed in via di valutazione, prima della presentazione del progetto al Ministero delle Politiche Agricole. Sarà caratterizzato da caratteri organolettici più restrittivi e dall’obbligo di uscita sul mercato dopo 30 mesi dalla vendemmia.
“Ci sono già dei vini che nel Chianti Classico possono stare in questa nuova collocazione - afferma il presidente del Consorzio - ma le possibilità future potrebbero davvero essere importanti. Vini come il “Flaccianello” o il “Cepparello” potrebbero trasformarsi in Chianti Classico, trovando nella “selezione” quel quid di valorizzazione adeguato al loro blasone”.
L’operazione sul marchio, infine, oltre a prevedere un restyling del Gallo Nero, ha compreso un suo significativo spostamento dalla posizione attuale (sulla fascetta ministeriale) alla bottiglia stessa. Uno spostamento che sancisce il sigillo della cittadinanza dei vini Chianti Classico, un messaggio immediatamente percepibile dai consumatori e che “il Consorzio agevolerà - conclude Pallanti - con una grande campagna pubblicitaria”.
Focus - La nota stampa del Consorzio del Chianti Classico: il Chianti Classico avvia il riassetto della denominazione
Giornata storica per il Gallo Nero: l’Assemblea dei soci riunitasi oggi presso la nuova sede del Consorzio a Tavarnelle approva a larga maggioranza le misure proposte dal Consiglio di Amministrazione del Consorzio per un riassetto della Denominazione che prevede la valorizzazione della Riserva attraverso nuove regole di produzione, la nascita di una nuova categoria di Chianti Classico che si posizionerà al vertice della piramide qualitativa ed il Gallo Nero che, dopo uno straordinario restyling, uscirà dalla fascetta di Stato per accresce la propria visibilità. Importanti novità anche per la movimentazione del vino sfuso. Il presidente Pallanti: “chiudo la mia Presidenza con un grande risultato. Un riassetto mirato al rilancio di questa prestigiosa denominazione con una virata decisa verso l’innalzamento della qualità”.
In un’Assemblea Generale che ha visto la maggiore partecipazione della base sociale degli ultimi 30 anni, i soci del Consorzio Vino Chianti Classico hanno approvato questa mattina una serie di misure che segnano una svolta storica nella Docg del Gallo Nero. Il pacchetto di modifiche del disciplinare è stato proposto all’Assemblea dopo un lavoro di oltre due anni portato avanti dal Cda del Consorzio, avvalendosi anche della collaborazione di esperti del settore esterni, e discusso con la base sociale in una serie di incontri e assemblee preparatorie negli ultimi mesi. Le modifiche al disciplinare del Chianti Classico approvate oggi interessano le diverse fasi della filiera produttiva, dalla produzione alla comunicazione del marchio e in particolare:
Piramide Qualitativa: è stata approvata la proposta di creare un vertice della piramide qualitativa del Chianti Classico che al momento esce sul mercato in due diverse tipologie: “Annata” e “Riserva”. Questa nuova tipologia di Chianti Classico, il cui nome sarà definito nei prossimi mesi dall’Assemblea, ha la particolarità di comprendere esclusivamente quei Chianti Classico che provengono da uve di esclusiva pertinenza dell’azienda. In questa nuova tipologia rientreranno solo i vini integralmente prodotti in azienda che quindi non si avvarranno in nessuna percentuale di uve o vini prodotti da altre cantine. Anche per quanto riguarda il periodo di invecchiamento le regole previste per questa tipologia mirano all’eccellenza qualitativa del prodotto: questa nuova categoria di Chianti Classico potrà infatti essere immessa sul mercato solo dopo 30 mesi successivi alla vendemmia, di cui tre di affinamento in bottiglia come per la “Riserva” il cui periodo di invecchiamento però rimane di due anni (12 mesi per l’annata).
Nuova “Riserva”: anche la Riserva, che rappresenta il 30% della quantità prodotta e il 40% del valore della denominazione, è stata interessata dal nuovo assetto. Se il periodo di invecchiamento rimane invariato la vera novità è rappresentata dal fatto che il produttore dovrà dichiarare la destinazione del prodotto (Annata; Riserva; nuova categoria) al momento della richiesta di idoneità. Il produttore dovrà in questo modo attuare una scelta più consapevole, decidendo già in fase di produzione delle uve quale prodotto dovrà essere destinato per le varie tipologie.
Restyling Gallo Nero: il marchio che dal 2005 rappresenta l’intera denominazione e che da allora è presente nella Fascetta di Stato per tutti i produttori di Chianti Classico (soci o non soci del Consorzio), sarà interessato da una rivisitazione grafica tesa a renderlo ancora più protagonista in ogni bottiglia di Chianti Classico. Proprio in questo senso si inserisce anche il nuovo posizionamento del marchio previsto dal riassetto: il Gallo Nero uscirà dalla Fascetta di Stato per essere posto sul collo della bottiglia.
“Sono contento di aver portato a termine il mio mandato di presidente con questo importante risultato”, afferma Marco Pallanti, presidente del Consorzio. “Da tempo insieme al cda lavoravamo a questo riassetto per trovare la più alta condivisione in seno al corpo sociale. Un lavoro teso a far percepire al consumatore quell’innalzamento qualitativo conseguito dai nostri vini negli ultimi anni e che ci permetta di affrontare le nuove sfide del futuro con una serie di regole capaci di rendere il Chianti Classico più forte davanti alla crescente concorrenza internazionale. Anche le determinazioni dell’Assemblea relativamente al vino sfuso, che da oggi dovrà essere certificato prima di essere commercializzato, sono da interpretarsi in questo senso. Ringrazio il Cda per avermi aiutato in questi anni nel difficile compito di presidente di uno dei Consorzi di tutela più importanti del mondo. Ringrazio tutti i soci per averci sostenuto e aver compreso il grande sforzo di tutto il cda in questo progetto di riassetto”. Il 4 giugno l’Assemblea dei soci eleggerà il nuovo Consiglio di Amministrazione del Consorzio del Chianti Classico.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024