Barolo Cannubi Boschis 2008 Sandrone, San Leonardo 2007 Tenuta San Leonardo, Bolgheri Sassicaia 2009 Tenuta San Guido, Bolgheri Superiore Grattamacco 2009 Grattamacco: sono i “fantastici quattro”, ovvero i vini che mettono d’accordo le guide 2013 de L’Espresso, Gambero Rosso, Ais-Bibenda, Veronelli e Slow Food, che misurano lo stato di salute dell’enologia del Bel Paese, stando all’analisi di www.winenews.it, uno dei siti più seguiti nel mondo del vino italiano. Un risultato che fotografa, al di là dei commenti nati attorno alle scelte generali dei vari team di degustazione, lo stato dell’arte del vino italiano e che, probabilmente, quest’anno faranno discutere più che mai, premiando in prevalenza vini ottenuti da uvaggi tra vitigni internazionali, con l’inventiva enologica tutta toscana dei cosiddetti “Supertuscan”, “rifinita” dall’eleganza e dall’equilibrio del taglio bordolese trentino per eccellenza, il San Leonardo, e con solo il Barolo Cannubi Boschis 2008 Sandrone a rappresentare il binomio vitigno autoctono-territorio. Il risultato emerge dal semplice incrocio delle liste dei migliori, redatte dalle guide 2013, senza, evidentemente, scendere nel dettaglio delle specifiche modalità di valutazione, adottato dai vari team di assaggio (per la guida Vini d’Italia “Gambero Rosso”, i “Tre Bicchieri”; per la guida Vini d’Italia de “L’Espresso”, le “Cinque Bottiglie”; per la guida “I Vini di Veronelli”, le “Tre Stelle”, per la Guida “Duemilavini” di Ais/Bibenda, i “Cinque Grappoli”; per la guida di Slow Food “Slow Wine”, i “Grandi Vini”, cioè quelli che rappresentano il meglio dal punto di vista organolettico).
Da considerare, poi, che se per la guida “Slow Wine” non si prendessero in considerazione “I grandi vini” (ovvero la categoria più assimilabile, come criterio di valutazione, a quelle delle altre guide), ma i “Vini Slow”, ovvero le etichette più in linea con la filosofia della “chiocciolina” (e riconoscimento più importante per i curatori di Slow Food), a mettere d’accordo tutte le guide sarebbero soltanto 2 etichette, il Moscato Passito di Pantelleria Ben Ryé 2010 di Donnafugata, e l’Amarone della Valpolicella Classico 2005 di Bertani.
L’analisi di WineNews mette in luce, come già successo negli anni passati, una certa differenza di metodi di valutazione: “forse è arrivato il momento - sottolinea Alessandro Regoli, direttore di www.winenews.it - da parte del mondo delle guide e delle critica italiane, di individuare il più possibile parametri condivisi e comuni, così da arrivare, magari, ad almeno 50-100 vini, che, per tutti, e nel tempo, siano davvero rappresentativi dell’Italia del vino”.
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