La tendenza del “salutismo” in tavola è sempre più presente nelle scelte alimentari delle persone di tutto il mondo. E se questo si riverbera sulle scelte dell’industria alimentare, che va sempre più nella direzione del “senza” (senza grassi, senza glutine, senza zucchero, senza olio di palma e così via) con scelte spesso dettate più dalle opportunità del marketing che da fondamenti scientifici sulla presunta beneficità o dannosità si un ingrediente o di un alimento, anche le scelte delle politica in tema di cibo spingono in questa direzione. Con una volontà dichiarata da più parti di avere etichette sempre più ricche di informazioni su tracciabilità del prodotto, ingredienti utilizzati, allergeni e anche calorie. Un aspetto, quest’ultimo, di cui si parla da tempo anche nel mondo del vino. Con chi sostiene che indicare l’apporto calorico del nettare di Bacco aiuterebbe non solo a fare scelte più consapevoli per la salute di chi beve, ma anche a limitare gli eccessi e combattere l’alcolismo.
Eppure, la leva “calorica” (per un bicchiere di vino da 125 cl si stima un apporto tra le 80 e le 100 calorie, a seconda del tipo di vino, ndr) potrebbe essere davvero tra le più inefficaci in questo senso. Almeno stando alle risposte di un sondaggio della rivista Usa “Wine Spectator”, che ha chiesto ai propri lettori se l’apporto calorico del vino e la sua indicazione in etichetta contino davvero quando si tratta di scegliere una bottiglia.
E la stragrande maggioranza, praticamente “bulgara” (69%) risponde di no, “perchè rovinerebbe il gusto di bere un bicchiere di vino”. Insomma, per il vino, oggi più che mai è più fonte di piacere che alimento, l’aspetto edonistico prevale alla grande su quello salutistico.
Che però, un suo peso ce l’ha per l’8% degli appassionati, che dicono che le calorie del vino incidono sulla scelta, “perchè fa parte del mio assicurarmi che la mi a dieta sia salutare”, e c’è anche un 12% che dice di starci attento qualche volta “a seconda dal peso e dallo stato di salute generale in quel momento”.
Certo, se questi sono gli orientamenti generale, c’è anche chi cambia il suo comportamento nei periodi di vacanza, ed in maniera totalmente diversa. Per esempio, il 4% dice di fare caso, di solito, all’apporto calorico del vino, ma di non pensarci affatto nei periodi di festa o in vacanza, mentre il 6%, al contrario dice di non badarci abitualmente, ma di farci attenzione proprio nei periodi di festa, quando tutti tendono ad esagerare ...
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