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Il vino nella gdo italiana verso una chiusura negativa nel 2025, per il quinto anno consecutivo

I dati Circana per WineNews: nei primi 11 mesi -3% in volume (552 milioni di litri) e -0,4% in valore (2,05 miliardi di euro) sul 2024
CIRCANA, CONSUMI, GDO, MERCATO ITALIANO, Italia
Il vino nella gdo italiana verso una chiusura negativa nel 2025 (ph: ChatGpt)

In leggero calo nei volumi, sostanzialmente stabile nei valori: aspettando le feste di fine anno che difficilmente, però, faranno il miracolo di invertire il trend, il 2025 delle vendite di vino in gdo si chiuderà in calo, per la quinta volta consecutiva. Emerge dal dato di sintesi sui primi 11 mesi dell’anno di Circana, per WineNews, secondo cui da gennaio a novembre tra gli scaffali della grande distribuzione italiana (iper e supermercati, discount e libero servizio piccolo) sono stati venduti poco più di 552 milioni di litri vino (-3% sullo stesso periodo 2024), per un valore complessivo di 2,05 miliardi di euro (-0,4%), ad un prezzo medio di 3,72 euro al litro (+2,7% sul 2024). Con la categoria che incide di più, quella dei vini nella classica bottiglia da 0,75 litri, che ha tenuto meglio della media in volume (-1,8%, per 293,6 milioni di litri) e ha mosso qualche euro in più (1,58 miliardi di euro, +0,4%), con un prezzo medio al litro di 5,4 euro (+2,3% sul 2024).
Nelle prossime settimane, arriverà il bilancio definitivo, che però, nelle dinamiche, sembra ormai segnato, come spiega, a WineNews, Virgilio Romano di Circana: “ci avviamo a chiudere un anno che per la quinta volta consecutiva vedrà numeri in calo per il vino, dovremo aspettare solo qualche settimana per capire se sarà comunque un numero migliorativo rispetto al 2024. A costo di ripeterci, gli aspetti socio demografici non aiutano e la situazione economica piuttosto spinge ad avere cautela negli acquisti, con il risultato di vendite in calo. Le promozioni sono in linea con il 2024 a parità di periodo e le tensioni sui prezzi in apparente raffreddamento, per cui la probabile chiusura negativa del 2025 va letta non con rassegnazione, ma come presa d’atto di consumi che si assestano su livelli diversi dal passato, in modo da permettere alle aziende di implementare le opportune strategie per competere all’interno del nuovo (che tanto nuovo non è) scenario di mercato”.
D’altronde, una popolazione italiana sempre più “anziana”, la generale capacità di spesa in calo da anni, la crescita del salutismo ed il cambiamento dei consumi, soprattutto tra le fasce più giovani, che hanno a disposizione una varietà di scelta di cosa mettere nel bicchiere decisamente più ampia rispetto alle generazioni precedenti (come si legge anche nell’ultimo report Istat sul tema), non lasciano grande margine all’immaginazione per un settore del vino che già sta facendo i conti con spazi di consumo in contrazione, e che rendono una scelta obbligata quella di lavorare sulla catena del valore.

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