Un itinerario intellettuale - in tre sezioni tematiche: storia, contemporaneità, futuro - capace di esplorare l’evoluzione della cultura del vino in Toscana: sarà questo il tema della riflessione di alto livello su “Il mito del vino toscano", in calendario a Siena nell’Antico Spedale del Santa Maria della Scala il 7/8 dicembre. Attraverso un'analisi comparativa della nuova qualità del mito, il convegno si confronterà con le esperienze di altre regioni e paesi, esaminando le nuove sfide legate alla comunicazione del vino e del vino toscano in particolare. Il progetto, elaborato da Mitos & Associates, è promosso dalla Regione Toscana, dalla Provincia di Siena, dalla Camera di Commercio di Siena e dall'Enoteca Italiana. L'obiettivo del convegno internazionale è quello di avviare una riflessione sistematica e ricorrente sui temi della comunicazione legati al mondo del vino, muovendo da uno dei miti consacrati del “made in Italy”: il vino toscano. I suoi forti legami col tempo e con lo spazio, il suo linguaggio vibrante e internazionale, denso di significati storici e contemporanei, devono avvalersi di un sistema di comunicazione e di promozione sempre più evoluto e competitivo. Questa è la mission del progetto Mitos: costituire un punto privilegiato di osservazione, ricerca e al tempo stesso di rappresentazione spettacolare del mito del vino toscano rispetto all’immaginario collettivo. Mitos ha già raccolto numerose e prestigiose adesioni: enologi d’eccellenza, come Giacomo Tachis; storici del calibro di André Tchernia dalla Francia e Alan Grieco della Harvard University; tra i produttori Angelo Gaja e Nicolò Incisa della Rocchetta; per la moda, Elio Fiorucci, Beppe Modenese, presidente onorario della Camera Nazionale della Moda Italiana e Stefano Ricci, presidente di Classico Italia; giornalisti di respiro internazionale come Burton Anderson ed esponenti dei più avanzati centri multimediali del mondo come “Vinopolis” di Londra e “The American Center for Wine, Food and the Arts” della California; artisti di respiro internazionale come Sandro Chia e Fernando Botero; accademici come Omar Calabrese, semiologo e rettore del Santa Maria della Scala; testimoni della migliore ristorazione come Siro Maccioni del “Le Cirque” di New York e Giorgio Pinchiorri di Firenze.
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