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160,2 milioni di euro di giro d’affari legato al vino nel 2014, a +2% sul 2013, con l’export che assorbe il 67,5% della produzione: è il salute il territorio del Brunello di Montalcino. Focus - I migliori assaggi di WineNews a “Benvenuto Brunello”

Italia
Una veduta di Montalcino da Castello di Romitorio

160,2 milioni di euro di giro d’affari legato al vino nel 2014, a +2% sul 2013, con l’export che assorbe il 67,5% della produzione, Usa in testa, e una produzione che sale, con 13,1 milioni di bottiglie sul mercato nell’ultimo anno (+3,6% sul 2014), di cui 8,4 di Brunello e 4,5 di Rosso: è in salute, almeno a giudicare dai numeri del Consorzio del Brunello, il territorio di Montalcino, dove oggi ha preso il via “Benvenuto Brunello” (da oggi al 23 febbraio, www.consorziobrunellodimontalcino.it), con il debutto dell’Annata 2010, sulla quale già sono arrivati giudizi eccellenti dalla stampa americana, della Riserva 2009 e del Rosso 2013.
Vino che è un motore economico che muove anche l’indotto enoturistico, il cui valore, per il territorio, è stimato in 30 milioni di euro, con oltre 1 milioni di turisti che nel 2014 sono passati per Montalcino (17,5% sul 2013).
Ma la grande attenzione, come detto, è rivolta al Brunello di Montalcino 2010: “presentiamo un’annata che ha tutte le caratteristiche per entrare in quelle considerate memorabili - ha commentato il presidente del Consorzio del Brunello, Fabrizio Bindocci - saranno gli appassionati ed il mercato a confermarcelo. Il sistema Montalcino sta sviluppando la capacità di mantenere standard di eccellenza sempre più elevati”.
E sempre più apprezzati nel mondo, evidentemente, visto che come detto, il 67,5% della produzione di vino del territorio finisce all’estero, Usa in testa, con oltre il 30% delle esportazioni, seguiti da Europa (con UK, Germania e Svizzera al top) al 20%, i mercati asiatici (Cina, Giappone, Hong Kong e così via) che realizzano il 15%, il Canada (12%) e il centro e sud America (8%), mentre il restante 15% finisce il altri mercati del mondo.

Focus - I migliori assaggi di WineNews (curati da Franco Pallini e Antonio Boco) a Benvenuto Brunello
A “Benvenuto Brunello” 2015 sotto i riflettori soprattutto, naturalmente, i Brunello 2010. Il millesimo lascia pochi dubbi: le condizioni metereologiche e, in sostanza, la natura, ha fornito gli elementi fondamentali per costruire grandi, e in qualche caso grandissimi, vini. Necessario, ovviamente, l’intervento oculato dell’uomo per raggiungere tali obbiettivi. E così il 2010 si rivela di grande spessore con il livello medio generale dei vini che migliora decisamente sui Brunello 2009, ma mantiene la cartina dei produttori più bravi con le medesime coordinate e le medesime gerarchie. E veniamo alla prova del bicchiere.
Il Brunello 2010 de Le Potazzine possiede profilo aromatico sfumato e bocca sottile e saporita. Di impostazione moderna il Brunello 2010 di Poggio Rubino, cremoso al palato e di buona pulizia olfattiva. Di stampo tradizionale, invece, il Brunello della Tenuta Vitanza, dai profumi floreali e dalla progressione gustativa scorrevole e sapida. Convince molto il Brunello dell’Uccelliera, dal bel naso fruttato, impreziosito da tocchi terrosi e note speziate che introducono ad un palato equilibrato e di grande sapore. Solido e decisamente franco il Brunello 2010 di Val di Suga. Profumi dolci di spezie e vaniglia contraddistinguono il Brunello Poggio alle Mura 2010 di Castello Banfi, dal sorso morbido e accattivante. Più austero il Vigna del Fiore 2010 della Fattoria dei Barbi, dal tannino nervoso e dai profumi composti.
Probabilmente è dal versante nord che arrivano i vini che ci hanno maggiormente colpito. Come nel caso del Brunello 2010 di Canalicchio di Sopra, dai profumi eleganti e dalla progressione gustativa vivace e profonda. Ma non è da meno il Brunello La Casa di Caparzo, un po’ più marcato dai legni di affinamento, ma dagli aromi cristallini e dalla bocca contrastata. Come il Brunello 2010 di Canalicchio - Franco Pacenti, più nervoso ma non meno affascinante. Per non parlare della meravigliosa accoppiata de Il Marroneto che è uscito con un grande “annata” e con una selezione, Madonna delle Grazie, di rara forza ed equilibrio. Forse il vino più elegante fra quelli assaggiati il Brunello 2010 di Fuligni, dai profumi lievi e in continuo divenire e dalla progressione gustativa raffinata, ritmata da tannini di rara dolcezza.
Di impostazione tradizionale convincente il Brunello Capanna 2010, dai profumi di pietra focaia e dalla bocca quasi salmastra e il Brunello 2010 di Fattoi dal naso sfumato e dalla progressione gustativa ritmata. Solido e affidabile, ma non è la prima volta, il Brunello 2010 de Il Poggione, mentre percorre la strada dell’eleganza quello di Gianni Brunelli - Le Chiuse di Sopra. Succoso e ritmato il Brunello di Caprili, mentre possiede profumi tendenzialmente floreali e gusto morbido e dolce il Brunello selezione Vallocchio 2010 di Fanti, al suo esordio. Accoppiata di classe quella dei Brunello di Castello Romitorio di Sandro Chia: l’“annata” convince per il suo incedere austero ed equilibrato, la selezione “Filo di Seta” per la sua setosità complessiva. In chiave stilistica moderna anche il Brunello Campo del drago 2010 di Castiglion del Bosco. Analogo carattere nel Brunello 2010 di San Polo e in quello di Pian delle Vigne (Antinori).
Convince in modo assoluto il Brunello 2010 di Col d’Orcia, dai tratti olfattivi essenziali e di grande tipicità e dalla progressione gustativa sicura e saporita. Più sfumati gli aromi del Brunello Prime Donne di Donatella Cinelli Colombini, dal sorso lieve e dal finale in crescendo.
Accoppiata straordinaria quella dei Brunello selezione de Le Ragnaie: il Fornace un po’ più influenzato dai legni di affinamento, è vino di classe e di grana finissima, il Vecchie Vigne, dalla tessitura leggiadra e solida, sembra ricordare il passo di un Borgogna.
Buona interpretazione dell’annata da parte di Lisini, che ha prodotto un Brunello succoso e di bella vivacità. On delude il Brunello 2010 di Mastrojanni, definito aromaticamente e centrato nello sviluppo gustativo. Caratteristiche che si accrescono nella selezione Vigna Loreto, una fra le migliori della degustazione.

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