Sono 18 milioni gli italiani che abitualmente consumano un pasto fuori casa - colazione, pranzo, merenda o cena ma anche un semplice snack - spendendo mediamente 13,85 euro a testa per il pranzo. Un mercato che vale oltre 56 miliardi di euro. E tra i desideri degli italiani spunta anche una novità, il fast food a base di pesce. Numeri, abitudini, tendenze nel rapporto tra gli italiani e i consumi alimentari extradomestici sono contenuti nell'indagine che annualmente Rimini Fiera commissiona ad ACNielsen.
I risultati della ricerca "Invasioni di campo. Regole della deregulation nel pasto fuori casa" sono stati presentati alla "Mostra Internazionale dell'Alimentazione", di "Pianeta Birra Beverage & Co", "Mediterranean Seafood Exhibition" e di "Food & Beverage Logistics Expo", i quattro eventi in contemporanea fino a martedì 8 febbraio a Rimini (che schierano 1700 aziende in vetrina).
Le invasioni di campo
I settori alimentari domestico ed extradomestico competono fra loro per accaparrarsi il potere di spesa delle famiglie italiane. Il mercato dei consumi alimentari domestici (113 miliardi di euro nel 2004 con una proiezione di crescita del 4,1% da qui al 2007) è ormai attestato sulle soglie della saturazione, ma alla progressiva perdita di valore del prodotto alimentare (a causa delle incessanti promozioni della distribuzione moderna), risponde il ritmo di crescita del mercato dei consumi extra-domestici: 56 miliardi e 676 milioni di euro nel 2004 con una proiezione di crescita del 15,8% da qui al 2007, quando si prevede salgano a 65.660 miliardi. La crescita del mercato è confermata anche dal confronto con i dati del 2003: i consumi alimentari domestici sono cresciuti nel 2004 del 3,1% (da 109.667 a 113.032 mld) mentre quelli extradomestici hanno avuto un incremento del 7,4% (da 52.179 a 56.676 mld). Del resto, il 60% degli italiani dichiara di riscontrare che i maggiori aumenti sono avvenuti negli alimentari in negozio, contro il 49% che lo rileva nei ristoranti e il 29% nei bar. I 18 milioni gli italiani che dichiarano di consumare ogni settimana alimenti fuori casa significano oltre 8 miliardi di atti d'acquisto (al bar, stazioni di servizio, ecc.) e più di 3 miliardi di pranzi o cene. Dai circa 56,6 mld di giro d'affari annuo dei servizi di ristorazione (Istat) discende dunque una spesa media pro-capite (dei consumatori dichiarati) di 1.73 euro per ogni colazione o snack e di 13,85 euro per ogni pranzo o cena. Tra le persone sopra i 14 anni che dichiarano almeno una consumazione settimanale fuori casa, sono 4,2 milioni quelle che fanno colazione al bar, 11,4 milioni coloro che invece fuori dalle pareti domestiche consumano il pranzo, 2 milioni la cena e 6 milioni la merenda pomeridiana.
I supermercati all'attacco di bar, ristoranti e catering
I piccoli supermercati centrali si specializzano nel vendere panini e snack preparati al momento che 'attaccano' con i loro prezzi accattivanti i "bar del centro"; i supermercati vicini a strutture direzionali o in luoghi storici di grande passaggio organizzano l'offerta di salad bar e di banchi gastronomici 'caldi' sull'esempio americano e parigino. Invadono cioé il campo delle tavole calde, ma anche quello del catering; la rete di vending machine (distributori automatici) aumenta i suoi punti di distribuzione e migliora la qualità dell'offerta. Il 29% degli intervistati acquista regolarmente nei distributori automatici, il 19% in ufficio, il 15% in ospedale, il 7% nelle stazioni di servizio; si qualificano ulteriormente i punti di ristoro delle grandi stazioni, musei, gallerie d'arte ...; si attrezzano ad offrire ristorazione luoghi tradizionalmente deputati ad altro come librerie, biblioteche, negozi d'arredamento, botanica, palestre e centri di bellezza. Si consolidano inoltre i primi esperimenti di ristorazione Drive-In che danno la possibilità di mangiare snack e panini seduti in macchina e si afferma a sorpresa il connubio auto-cibo, che in parte si credeva superato.
Invasioni di campo anche tra diverse filosofie gastronomiche
Alcuni prodotti etnici vengono adattati al gusto nazionale inducendo progressive trasformazioni sul piano del gusto. Ne discendono imbastardimenti che entrano a far parte di nuove abitudini alimentari: sushi e tempura all'italiana, kebab con carni alternative a quelle ovine, cous-cous conditi diversamente e via elencando. Un'altra invasione di campo è quella del cibo spezzettato a porzioni e semplificato che ruba spazio alle preparazioni classiche del menù italico. Gli snack e i sandwich sono sempre più facili da reperire, ma anche più buoni e salutari. Una interessante novità è l'adesione del pubblico più giovane all'idea di arricchire il panino o il sandwich con un cibo salutare per antonomasia: il pesce. Si tratta di un'idea già sfruttata all'estero, ma tuttora scarsamente affermata in Italia anche se al 40% degli italiani piace l'idea di un fast-food a base di pesce.
La nuova frontiera della tisana fredda
Il mondo delle bevande vive l'esplosione della varietà di formule e gusti che ha dilatato l'assortimento. Tra le molteplici tendenze dei nuovi modi di bere, l'arricchimento delle proprietà nutrizionali delle bevande; le tisane che da calde e funzionali diventano fredde e dissetanti; le acque minerali personalizzate (oligoelementi) e aromatizzate; la tenuta dei mixer a basso tasso di alcol, come bevanda notturna (il 46% la beve in questa occasione); pub e birrerie sempre più raffinate nella cura dei dettagli che garantiscono un'ampia scelta ai potenziali consumatori.
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