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AZIONE CONTRO LA FAME

2022: 260 milioni di persone, nel mondo, soffrono la fame. 65 milioni in più del 2021

I dati, allarmanti del “Global Report on Food Crises”, pubblicato dalla Rete globale contro le crisi alimentari di Nazioni Unite e Commissione Europea
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260 milioni di persone nel mondo soffrono la fame (ph: Peter Caton Azione contro la Fame)

Nel 2022 in cui una buona parte di Paesi del mondo ha problemi di obesità e spreco di cibo, una “nazione” grande quasi come gli Stati Uniti d’America soffre la fame, e la sua “popolazione” affamata cresce sempre di più. Oggi sono 260 milioni le persone, in 58 Paesi del mondo, ad essere gravemente colpite dall’insicurezza alimentare, secondo il “Global Report on Food Crises”, pubblicato dalla Rete globale contro le crisi alimentari, fondata dalle Nazioni Unite e dalla Commissione Europea. Che sottolinea come non solo questo numero sia in crescita per il quinto anno consecutivo, ma di come, sul 2021, si siano aggiunte a chi non ha certezza di mangiare ben 65 milioni di persone, più della popolazione dell’Italia.
“Un aumento spaventoso, pari al 34%. Dei 258 milioni di persone che devono affrontare l’insicurezza alimentare, oltre il 40% vive in Afghanistan, Etiopia, Repubblica Democratica del Congo, Nigeria e Yemen”. Numeri che dicono di come la fame nel mondo abbia raggiunto proporzioni drammatiche. E per questo “Azione contro la Fame” invita la comunità globale ad agire urgentemente affinché vengano soddisfatti i crescenti bisogni umanitari, agendo al contempo sulle cause strutturali dell’insicurezza alimentare.

“I dati dell’ultimo rapporto parlano chiaro: siamo nel bel mezzo di una crisi alimentare globale. Per il quinto anno consecutivo il numero di persone colpite da insicurezza alimentare è in aumento. Oltre agli effetti della crisi climatica e degli shock economici, sono soprattutto le guerre e i conflitti a causare la fame nel mondo. La comunità internazionale deve agire con urgenza per evitare che milioni di persone muoiano di fame”, afferma Simone Garroni, direttore Azione contro la Fame.
In 30 dei Paesi in crisi presi in esame, più di 35 milioni di bambini sotto i cinque anni soffrono di malnutrizione, di cui 9,2 milioni di malnutrizione acuta, che è la forma più letale e la principale causa di mortalità infantile. Il rapporto conferma anche che le bambine e le donne sono colpite in modo sproporzionato, a ulteriore conferma che le disuguaglianze, incluse quelle di genere, sono esse stesse causa della fame.
Inoltre, l’impatto della guerra della Russia contro l’Ucraina sta esacerbando la situazione alimentare globale, poiché entrambi i Paesi svolgono un ruolo importante nella produzione e nel commercio di alimenti di base come il grano, il mais e l’olio di girasole, oltre che di carburante. La guerra ha interrotto gravemente la produzione agricola e il commercio. I Paesi che dipendono dalle importazioni alimentari sono stati particolarmente colpiti. I prezzi dei prodotti alimentari in tutti i Paesi presi in esame dal rapporto sono aumentati in modo significativo, di oltre il 10% in 38 Paesi sui 58 analizzati.
“La guerra in Ucraina - spiega una nota - rappresenta un esempio della spirale i conflitti possono innescare, compromettendo il diritto all’alimentazione, sia sul versante interno che su quello internazionale. Eppure, da sola non può spiegare l’attuale crisi alimentare globale, a cui concorrono molteplici cause, affrontabili solo attraverso uno sforzo internazionale congiunto e una profonda revisione dei sistemi produttivi ed alimentari”.
“Più di un quarto di miliardo di persone sta affrontando livelli acuti di fame e alcune sono sull’orlo della fame. È un dato inconcepibile. Questa settima edizione del Rapporto Globale sulle Crisi Alimentari - ha detto António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite - è un pungente atto d’accusa contro dell’incapacità dell’umanità di progredire verso l’“Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 2” di porre fine alla fame e di raggiungere la sicurezza alimentare e una migliore nutrizione per tutti. In realtà, ci stiamo muovendo nella direzione sbagliata. I conflitti e gli spostamenti di massa continuano a provocare la fame nel mondo. L’aumento della povertà, l’aggravarsi delle disuguaglianze, il dilagante sottosviluppo, la crisi climatica e i disastri naturali contribuiscono all’insicurezza alimentare. Come sempre, sono i più vulnerabili a sopportare il peso di questo fallimento, dovendo affrontare l’impennata dei prezzi degli alimenti alimentari che sono stati aggravati dalla pandemia Covid-19 e che, nonostante alcune diminuzioni, sono ancora i livelli del 2019 a causa della guerra in Ucraina. Tutto questo, mentre i finanziamenti umanitari per combattere la fame e la malnutrizione impallidiscono rispetto a ciò che è necessario. Questa crisi richiede un cambiamento fondamentale e sistemico. Questo rapporto chiarisce che il progresso è possibile. Abbiamo i dati e le conoscenze per costruire un mondo più resiliente, inclusivo e sostenibile, sostenibile in cui la fame non abbia casa, anche attraverso sistemi alimentari più forti e investimenti massicci nella sicurezza alimentare, per una migliore nutrizione per tutte le persone, indipendentemente dal luogo in cui vivono. Con un’azione collettiva e un impegno al cambiamento, possiamo garantire che ogni persona, ovunque, abbia accesso ai bisogni umani più elementari: cibo e nutrizione”.

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