02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

2.899 vini di 334 produttori diversi, da 13 nazioni, con un occhio di riguardo, al territorio di casa, quello delle Langhe: ecco l’incredibile collezione di 60.000 bottiglie de “La Ciau Del Tornavento”, che inaugura oggi la sua nuova cantina a Treiso

2.899 vini di 334 produttori diversi, provenienti da 13 nazioni, con un occhio di riguardo al territorio di casa, quello delle Langhe, con Barolo e Barbaresco in primis, ma con tutti i nomi più importanti d’Italia, e del mondo, dalla Francia all’Argentina, passando per Australia, California, Cile e Uruguay: ecco l’incredibile collezione di 60.000 bottiglie de “La Ciau del Tornavento”, ristorante stellato dal 1997 a Treiso, che oggi ha inaugurato la sua nuova cantina. Una collezione che ha pochi pari, almeno in Italia, seconda, forse, solo alle oltre 80.000 bottiglie della tristellata Michelin Enoteca Pinchiorri di Firenze, quella che lo chef Maurilio Garola, insieme a Nadia Benech, Cecilia Monte e Marco Lombardo, hanno messo insieme in anni di lavoro (www.laciaudeltornavento.it/ita).
Con delle vere e proprie perle enoiche, come Sassicaia 1985, Barolo Monfortino 1945, Bruno Giacosa Rocche del Falletto Riserva 1999 (3 litri), Gaja Costa Russi 1990, Yquem 2011 (15 Litri) e Domaine de la Romanée-Conti 2010, solo per citarne alcune di quelle custodite in questo nuovo tempio del vino.
Una collezione storica, che ha trovato dimora nella nuova cantina inaugurata proprio oggi, per una realtà, quella de La Ciau, che rappresenta una case history nel panorama imprenditoriale italiano grazie all’abilità dei suoi gestori nell’aver saputo trovare la perfetta coniugazione tra un ristorante e una cantina di altissimo livello, con una struttura ricettiva perfettamente integrata nell’atmosfera unica delle Langhe. E non a caso La Ciau Del Tornavento (una stella Michelin) è stato inserito, per dieci anni di seguito, tra i ristoranti con la migliore carta dei vini dalla nota rivista Wine Spectator che nel 2013 gli ha anche assegnato i Tre Bicchieri della sua Award of Excellence e nel 2015 ha riconfermato il Grand Award. Tra i riconoscimenti prestigiosi ottenuti c’è anche quello conferito dalla Revue du vin de France, che ha assegnato al ristorante il premio per la miglior carta del vino al mondo nel 2013.

Oggi “La Ciau” è un punto di riferimento per tutti i produttori delle Langhe: metà della collezione è costituita da Barolo e Barbaresco, ma a farla da padrone sono anche gli altri rossi piemontesi e ovviamente toscani, mentre i bianchi di varie regioni italiane costituiscono circa un decimo della cantina. Non mancano però i grandi chateaux francesi, che rappresentano il 10% del totale, né le più prestigiose etichette provenienti dai Paesi d’oltreoceano, come Argentina, Australia, California, Cile e Uruguay.
La storia del ristorante inizia nel 1997 a Treiso, nelle Langhe, un’area inclusa nel Patrimonio Unesco per la sua naturale vocazione a custodire ricchezze culturali, proprio come la cantina de La Ciau Del Tornavento. Dalla fondazione, gli affiatati e appassionati gestori hanno visitato le cantine delle più rinomate zone vitivinicole del mondo e assaggiato centinaia di etichette per trovare quelle più adatte a sposarsi con i piatti di alto livello proposti dalla cucina.
Il risultato, oggi, non soddisfa solamente i gourmet alla ricerca degli abbinamenti più raffinati e i clienti che si siedono a tavola per scoprire una nuova gamma di sapori: dal più esperto degustatore al wine-lover alle prime armi, infatti, qui è possibile conoscere a 360 gradi la produzione di punta delle Langhe così come testare e confrontare i vini provenienti dai quattro angoli d’Italia e del mondo.

Focus - “Ho 60.000 bottiglie in cantina, ma non voglio dare un valore. So solo che ne vendo dalle 18 alle 20.000 all’anno”: a WineNews lo chef Maurilio Garola, stellato e pluri-celebrato
“Ho 60.000 bottiglie, ma non do e non voglio dare un valore economico alla mia cantina, perché il vino è prima di tutto cultura. So solo che vendo dalle 18.000 alle 20.000 bottiglie all’anno nel mio ristorante”. Lo ha detto a WineNews lo chef Maurilio Garola, dal suo ristorante La Ciau Del Tornavento, stellato Michelin e pluri-celebrato, in Italia e nel mondo (accanto alla stella Michelin, Wine Spectator e la Revue du vin de France, da tutte le più importanti Guide italiane, dal Gambero Rosso a L’Espresso e Bibenda). Un successo che il patron, non poteva immaginare, quando, bambino accompagnava i genitori impegnati a lavorare nei ristoranti per arrotondare, pur capendo già allora che quei profumi e quei sapori lo avrebbero accompagnato tutta la vita.
Il debutto, all’età di 12 anni, quando costretto a frequentare un istituto superiore per diventare perito meccanico, “saltavo le lezioni per andare a fare gli extra in alcuni dei più rinomati ristoranti di Torino - racconta lo chef - i miei genitori, naturalmente, non sapevano nulla. Quando sono andati a scuola per incontrare gli insegnanti hanno saputo che io non frequentavo da mesi e così mi hanno detto di andare a lavorare”. Ma il suo primo “vero” impiego fu alla Gastronomia Castagno di Torino. “Andavo lì a mangiare al mattino, prima di andare a scuola - prosegue il patròn de La Ciau - quando i miei genitori hanno scoperto che saltavo le lezioni per lavorare, ho chiesto loro di essere assunto. Mi hanno proposto di collaborare per loro come autista e due mesi dopo sono entrato in cucina e vi sono rimasto per 10 anni”.
Nel 1989 arriva la svolta con l’apertura del suo primo locale, ovvero La Ciau, a San Secondo di Pinerolo. Un primo passo di un percorso in ascesa, illuminato nel 1997 dalla stella Michelin, anzi dalla “doppia” assegnazione della stella avvenuta in quell’anno. Nel 1997, infatti, Maurilio Garola e Nadia Benech si trasferirono nelle Langhe, in quella che è poi divenuta La Ciau del Tornavento. Il resto, un percorso in ascesa che arriva fino ad oggi, e fin dentro la cantina con le oltre 60.000 bottiglie, come si dice in questi casi, è storia.

Copyright © 2000/2025


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025

Altri articoli