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4 chili consumati a testa ogni anno, per una produzione di 380.000 tonnellate e una spesa dai oltre 2 miliardi di euro: è il business del gelato in Italia, di scena a Tirreno C.T (Carrara Fiere, da ieri al 26 febbraio), con gli “Oscar del Gelato”

4 chili consumati a testa ogni anno, per una produzione di 380.000 tonnellate e una spesa dai oltre 2 miliardi di euro, con oltre 39.000 gelaterie, bar, ristoranti e pasticcerie che servono coni e coppette: sono i numeri del gelato in Italia (riferiti al 2013) di Confartigianato e Cna, che fotografano lo status quo di uno dei prodotti simbolo del made in Italy. Che non solo crea occupazione a 150.000 addetti al settore, e con un aumento delle attività del +5,6% tra il 2009 e il 2013, ma muove anche un indotto di 220.000 tonnellate di latte, 64.000 di zuccheri, 21.000 di frutta fresca e circa 30.000 di altre materie prime. Il numero maggiore di strutture si trova in Lombardia che ha una quota del 16,3% sul totale Italia, seguono Veneto con il 10,1% ed Emilia Romagna con il 9,4%. La Toscana è al 6,5% mentre chiudono la classifica Umbria 0,8%, Molise 0,4% e Valle d’Aosta 0,2%.
Tra i 600 gusti prodotti, le creme prevalgono sulla frutta con cioccolato e nocciola in testa. Oltre la metà, il 52%, del consumo dei gelati è concentrata nelle regioni del Nord, con l’acquisto non legato alla stagionalità ma dilazionato in maniera omogenea nell’arco dell’anno. Nel Sud, dove si consuma il 30% del gelato italiano, invece le vendite sono concentrate soprattutto nel periodo estivo. Numeri snocciolati a Tirreno C.T, a Carrara Fiere (da ieri al 26 febbraio, www.tirrenoct.it), negli “Oscar del Gelato” organizzati dall’Associazione italiana gelatieri. A vincere è stato Alessandro Squatrito della Gelateria L’Orchidea di Oliveri (Messina), il migliore gusto crema d’Italia, sul podio anche la Gelateria Le Amarene di Eleonora Colombini (Massa) e la Gelateria di Debora Cosentino (Catanzaro).
“Un buon gelato artigianale non fa ingrassare”, sostiene Martino Liuzzi nutrizionista, esperto di gelato e ideatore del Festival del Gelato di Agugliana, dove è stata aperta una scuola dove si insegna, prima di tutto, ad essere professionali. “In un gelato artigianale ci sono ingredienti nobili come latte, panna, zucchero, stabilizzanti, che sono addensanti dell’acqua di origine naturale e che sono ottimi per combattere i radicali liberi. Non ci sono i grassi vegetali idrogenati che non sono digeribili e soprattutto c’è una bassa presenza di aria dovuta alla mantecatura”. Oltre alla qualità della materia prima, al rispetto di procedure, il gelato artigianale è anche una questione di immagine. “Presentarsi in gelateria con la divisa, con anche il personale con la divisa, dà un valore aggiunto particolare al gelato e alla professionalità di chi lo produce”.

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