“Parte ufficialmente da Verona, da “Vinitaly 2022”, il cammino della candidatura a Patrimonio Immateriale Unesco della tecnica di appassimento delle uve della Valpolicella. Una grande opportunità in chiave di sviluppo della Denominazione e del territorio, volano per le economie locali e di valorizzazione della tradizionale, inconfondibile e inimitabile tecnica di lavorazione. In tutti questi anni non è mai stata riconosciuta una tecnica di vinificazione, per questo è una sfida, ma questo dossier rappresenta quello che l’Unesco richiede”. Così il presidente della Regione Veneto Luca Zaia è intervenuto alla presentazione della candidatura Unesco de “La tecnica di appassimento delle uve della Valpolicella” che parte, oggi, ufficialmente da “Vinitaly 2022”, a Verona.
Assieme al Governatore Zaia erano presenti il vice presidente Organo Esperti Mondiali Unesco, il professor Pier Luigi Petrillo, il rettore dell’Università degli Studi di Verona, il professor Pier Francesco Nocini, i presidenti del Consorzio Vini Valpolicella Christian Marchesini (che lo aveva annunciato nei giorni scorsi, ndr) e della Strada del Vino Valpolicella Miriam Magnani. “Con il professor Petrillo ho condiviso gran parte della mia storia da Ministro - ha detto Zaia - lo definisco “un enfant prodige” dei provvedimenti in agricoltura che mi ha fatto innamorare della partita Unesco - ha proseguito il Governatore - dal dossier sul Prosecco, passando a quello del Passito di Pantelleria e della pizza. Tra un anno conto di tornare al “Vinitaly” per celebrare il decimo sito Unesco del Veneto. Lo dissi già al “Vinitaly 2019” che avevamo un’altra grande sorpresa, la candidatura del metodo di appassimento: una tradizione millenaria che è identità, è il saper fare, è il bagaglio culturale di una comunità - ha concluso il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia - per Verona intendiamo candidare anche la Pesciara di Bolca, con il suo inestimabile patrimonio di fossili marini. Tante opportunità che vanno colte e che dimostrano la capacità del Veneto di guardare al futuro”.
L’unicità dei vini più prestigiosi della Valpolicella deriva dalla tradizionale tecnica dell’appassimento: le migliori uve, selezionate e vendemmiate rigorosamente a mano perlopiù da donne, vengono messe a riposare sulle tradizionali “Arele” (graticci di canna di palude anticamente utilizzati per l’allevamento di bachi da seta) o in moderne cassette, all’interno dei cosiddetti “fruttai”. Questo periodo dura circa tre mesi e in questa fase, di fondamentale importanza, le uve perdono tra il 30% e il 50% del proprio peso, concentrando gli aromi e tutti quegli elementi che rendono riconoscibili e inimitabili i grandi rossi del territorio.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024