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“+ 200 MILIARDI PER L’EXPORT ITALIANO DI VINO DI QUALITA’. MA RESTANO APERTE TANTE QUESTIONI IMPORTANTI …”. FLAVIO TATTARINI INAUGURA LA “SETTIMANA DEI VINI”

“I primi dati dell’Istituto per il Commercio con l’Estero (Ice) per il 2000 mostrano che abbiamo esportato meno quantità rispetto al 1999 - circa 1.280.000 ettolitri in meno - ma con un valore di ritorno pari a 4.700 miliardi (contro i 4500 del 1999). E’ calata l’esportazione di vino sfuso a prezzo bassissimo soprattutto in Francia, Spagna e Portogallo, mentre è aumentato l’export di qualità verso il mercato europeo, il Nord America e il Giappone”. Lo ha detto, oggi, alla “Settimana dei Vini” di Siena, Flavio Tattarini, presidente dell’Enoteca Italiana.

Flavio Tattarini ha poi ricordato che “non dobbiamo sottovalutare i problemi aperti a livello nazionale: la spinta per una revisione della 164/92 (come è noto è la legge per la tutela delle produzioni di qualità), che pure ha avuto un merito fondamentale nella promozione della qualità, e per la fuoriuscita da quella vicenda, la questione dell’imbottigliamento in zona, i problemi della tutela delle Doc, le difficoltà e le incertezze e i ritardi nell’applicazione della nuova Ocm”. Come del resto, non si deve dimenticare le difficoltà all’Unione Europea: “abbiamo superato - ha spiegato ancora Tattarini - a stento il rischio della vinificazione, con etichetta UE dei mosti dei Paesi terzi. E’ stata rinviata la decisione sulla utilizzazione della vite transgenica soprattutto per iniziativa del nostro Governo; abbiamo notizia che è stato definito il nuovo regolamento in materia di semplificazione, i cui contenuti non sono ancora diffusi, ma l’impostazione che viene proposta e che consentirebbe la etichettatura del vino comune da tavola con l’indicazione della varietà, dell’anno di produzione, dell’eventuale partecipazione a i concorsi, il nome dell’azienda, a prescindere dalla indicazione geografica, ci sembra che apra ad una pericolosa confusione e rischi di riduzione del ruolo delle Igt o Doc e soprattutto possa nella prospettiva di medio e lungo termine aprire fratture nel rapporto vino-territorio-Doc, poiché è evidente il tentativo di privilegiare il marchio dell’azienda”. Tattarini ha quindi ricordato, con preoccupazione, le questioni aperte a livello internazionale “per la definizione di regole comuni per le pratiche enologiche, per i metodi di analisi, per la tutela delle Denominazioni di Origine (su questo punto è fortemente impegnata l’Unione Europea, in sede di trattativa Wto, dove è in corso un serrato confronto anche all’interno dell’Office Internazionale de la Vigne e du Vin e fra l’Europa e i Paesi terzi produttori).

“La sfida competitiva delle nostre produzioni enologiche - ha concluso il presidente dell’Enoteca Italiana di Siena - è nel mix di questi fattori: qualità-naturalità-tipicità, che producono valore aggiunto per aziende e territorio, per il sistema Paese, per consolidare aspetti produttivi, occupazione e ruolo dell’Italia nel mondo”.

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