“L'accordo sottoscritto nel ‘93 tra l’Unione Europea e l’Ungheria, che riserva al Paese dell'Est l'utilizzazione della denominazione "tokaj", lasciando ai viticoltori friulani un periodo transitorio di 13 anni, fino al 2007, per far uscire dalla scena l'etichetta "Tocai", non sta in piedi. Inoltre, lo scambio di lettere e di accordi tra l’Italia e l’Ungheria è illegittimo. Il Governo ha adesso tutti gli strumenti per mettere in discussione questo accordo”. Lo ha comunicato il presidente dell’Ente Regionale di Sviluppo Agricolo (Ersa) del Friuli Venezia Giulia, Bruno Augusto Pinat, che ha anche prospettato “la strada del ricorso alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea”, dopo un colloquio con uno dei migliori avvocati d’Italia di diritto internazionale, il professor Cappelli di Verona, che d’ora in avanti tutelerà gli interessi friulani in questa incredibile vertenza internazionale. “E’ una guerra che va combattuta fino in fondo, ed in maniera forte” ha detto di recente Luigi Veronelli, uno dei capi di questa protesta anche nei confronti delle istituzioni italiane “che poco hanno tutelato le buone ragioni dei vignaioli del Friuli Venezia Giulia”. L’assessore all’agricoltura del Friuli Venezia Giulia Aldo Aris ha informato che “le ricerche storiche ora ci sono e provano che il Tocai è in Friuli dal Medioevo. La battaglia, adesso, si deve portare avanti. Stendiamo un velo pietoso sulle responsabilità passate, anche se gravissime”.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025