Una regione, la Toscana, dal blasone illustre e "appealing" a livello mondiale, che da secoli produce vino "griffato" e, dunque, assolutamente riconoscibile. Ma che poi incassa da prodotti di ultima generazione, soddisfazioni rimarchevoli. Altre regioni, altre aree dell’Italia da vino, e più precisamente del Centro Italia (Umbria, Lazio, Abruzzo, Marche), che, da qualche tempo, con diversi stati di progresso nel cammino e risultati già acquisiti comunque decisamente significativi, percorrono la loro strada verso la qualità e la vetrina globale. Una cosa accomuna nobiltà enoica antica e quella più recente e/o acquisita: ovunque la parola d’ordine, meditata o in parte forzata che sia, è “rinnovamento”. In vigneto, in campo, prima di tutto, ma anche e soprattutto - si potrebbe dire - nella regione, la Toscana, dalle radici più solide e antiche. E poi anche, ovviamente, nei disciplinari, in cantina, nelle metodologie di proposta del prodotto sul mercato e negli indotti (turismo del vino in testa). Un altro "fil rouge" accomuna tutti : i vitigni cosiddetti internazionali affiancati con prepotenza agli autoctoni. Per alcuni addirittura una nuova generazione di grandi vini, per altri la scorciatoia per dimostrare a tutti il teorema di essere, comunque, nei cromosomi grande terra da vino. Come palesano gli esiti ottenuti in breve tempo con uve e tipologie di prodotto immediatamente confrontabili con competitori di tutto il mondo.
Di tutto questo si parlerà a Montalcino (il territorio che, forse, più di altri, in questi anni, ha contrassegnato in Italia la “comunicazione” sul vino e ha, proprio in questi giorni, iniziato il percorso che dovrebbe portare il suo sistema produttivo alla certificazione ambientale Iso 14000), il 28 aprile, in un talk-show, organizzato dalla Camera di Commercio di Siena, tra le "classi enoproduttrici", tecnici e proprietari, di Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Lazio, per verificare e confrontare lo stato dell’arte e le prospettive nei rispettivi territori. Il talk show, che sarà condotto da Carlo Cambi de “La Repubblica” e da Antonio Paolini de “Il Messaggero”, vede sul palco, oltre al presidente della Camera di Commercio di Siena Vittorio Galgani ed il presidente dell’UnionCamere Toscana Pierfrancesco Pacini, importanti protagonisti del mondo del vino del Centro Italia (Donatella Cinelli Colombini, Guido Sodano della SaiAgricola, Jacopo Biondi Santi, Giancarlo Pacenti, Enrico Viglierchio della Castello Banfi, per la Toscana; Marco Caprai per l’Umbria; Massimo Bernetti della Umani Ronchi, per le Marche; Riccardo Cotarella della Falesco, per il Lazio, nonché winemaker di livello mondiale; Gianni Masciarelli e Dino Illuminati, per l’Abruzzo; i due famosi enologi Ezio Rivella e Carlo Ferrini) ed in platea esperti, produttori, appassionati, giornalisti .... Seguirà, un “grand tasting” (ad invito, nella cornice del Museo Diocesano d’Arte, dove è conservata una delle più complete ed affascinanti collezioni di statue lignee del Trecento di scuola senese), con serie di vini (uno/due per regione) divisi in "tradizionali" e innovativi o da monovitigno autoctono e uvaggi …, gestita da due delle migliori enoteche private della provincia di Siena, l’Enoteca I Terzi di Siena e l’Enoteca Osticcio di Montalcino.
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