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9,4 miliardi di euro, grazie a 5,1 miliardi di export, e al mercato italiano, che vale 4,3 miliardi di euro. Ecco il fatturato del vino italiano 2014, che muove 18 filiere, per 1,25 milioni di posti di lavoro. A dirlo, a Vinitaly, la Coldiretti

9,4 miliardi di euro, grazie a 5,1 miliardi di esportazioni, in crescita dell’4,1 sul 2013, e di una tenuta del mercato italiano, che vale 4,3 miliardi di euro. A dirlo la Coldiretti, nell’analisi di scena a Vinitaly, dove l’organizzazione guidata da Roberto Moncalvo ha esposto il "vino poliglotta", simbolo dell’Expo per far conoscere in 42 lingue i primati del patrimonio vitivinicolo nazionale. Guardando ai mercato stranieri, secondo Coldiretti, il 2014 ha segnato “vendite in aumento gli Stati Uniti (+4,4%) che si consolidano come principale mercato di sbocco, e la Gran Bretagna (+6,1%) che si classifica al terzo posto dietro alla Germania dove invece - sottolinea la Coldiretti - si registra una preoccupante flessione del 4,4%. Preoccupante anche il flop registrato in Russia dove le esportazioni calano del 10,4% anche per effetto delle tensioni politiche e commerciali nonostante il vino non rientri tra i prodotti colpiti dall’embargo”.

Ma in ogni caso, quella del vino italiano è un’economia in salute, che peraltro “traina l’occupazione in agricoltura che, in controtendenza, fa registrare un andamento positivo nel 2014. Si stima che il vino - aggiunge Coldiretti - abbia offerto durante l’anno opportunità di lavoro ad un 1,25 milioni di italiani tra quanti sono impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto che si sono estese negli ambiti più diversi: dall’industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall’enoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall’editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione (vinacce e raspi)”.

Secondo uno studio della Coldiretti la raccolta di un grappolo alimenta opportunità di lavoro in ben 18 settori: agricoltura, industria di trasformazione, commercio e ristorazione, vetro per bicchieri e bottiglie, lavorazione del sughero per tappi, trasporti, assicurazioni, credito, finanza, accessori come cavatappi, sciabole e etilometri, vivaismo, imballaggi come etichette e cartoni, ricerca, formazione e divulgazione, enoturismo, cosmetica, benessere e salute con l’enoterapia, editoria, pubblicità, informatica, bioenergie.

“La decisa svolta verso la qualità ha messo in moto nel vino un percorso virtuoso in grado di conciliare ambiente e territorio con crescita economica e occupazionale - ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “nuove ed importanti opportunità si aprono nel 2015 con la ripresa economica in Italia tanto che nel primo bimestre c’è stato un aumento dell’1,9% in valore delle vendite nella grande distribuzione organizzata rispetto all’anno precedente. E segnali positivi - conclude Moncalvo - vengono anche dall’esportazioni grazie all’effetto traino del tasso di cambio favorevole con il dollaro”.

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