Le scuse, il pentimento, la situazione economica ormai disperata, non hanno fatto cambiare idea ai Procuratori dello Stato della California: la richiesta, per il re dei falsari enoici, Rudy Kurniawan, è di 11-14 anni di prigione. Per la sentenza definitiva si deve aspettare ancora qualche giorno, fino al 29 maggio, ma la linea, seppure più soft rispetto a dicembre, quando si parlava di una pena superiore ai 30 anni, pare segnata: il memorandum presentato dagli avvocati dell’ex venditore di vino indonesiano non ha convinto proprio nessuno. Kurniawan, grazie alle proprie frodi, ha vissuto per anni nel lusso più sfrenato, tra ville, auto di lusso e jet privati, grazie a ricavi che superano abbondantemente i 20 milioni di dollari rintracciati dagli inquirenti. Altro che cattive compagnie, le scuse presentate dagli avvocati sono state considerate “del tutto non convincenti”, e la lettera scritta dallo stesso Kurniawan ai giudici, “irrilevante: non è dispiaciuto per ciò che ha fatto, è dispiaciuto perché è stato catturato”.
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