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COLDIRETTI TOSCANA: ADEGUARE I DISCIPLINARI PER TUTELA L'AUTENTITCITA' DEI VINI

Il vino italiano è famoso nel mondo, e quindi richiesto. Ma, attenzione, può capitare di bere un bicchiere di vino toscano, che potrebbe essere stato imbottigliato in America e quindi avrebbe potuto aver perso nella "transvolata oceanica" molto della sua autenticità e qualità. Infatti, il Chianti viene imbottigliato anche all'estero, da importatori che comprano partite di Chianti sfuso. La denuncia è del mensile "Il Coltivatore Toscano", emanazione della Coldiretti regionale, che invita i viticoltori toscani a "valutare se i disclipinari attuali sono adeguati a garantire la qualità e l'autenticità dei loro vini che, con denominazioni prestigiose, vengono distribuiti sui mercati di tutto il mondo". La legge italiana sui vini doc prevede che i singoli disciplinari possano rendere obbligatorio l'imbottigliamento in zona, ma ciò significa anche che possono renderlo facoltativo, come appunto ha stabilito il disciplinare del Chianti. Della questione se ne era occupata anche la Corte di giustizia europea in una sentenza del 16 maggio scorso, ritenendo perfettamente legittimo, ove esiste, l'obbligo di imbottigliamento in zona, perchè realizzarlo lontano dall'area di produzione, comporta un rischio per la qualità e dà minori garanzie sui controlli e sull'autenticità del prodotto. Oltre a ciò, c'è anche una argomentazione giuridica. Il regolamento comunitario 2081/92 che ha istituito le dop non riguarda i vini doc, che ha una disciplina a parte, ma nei fatti afferma espressamente che la legislazione comunitaria sui vini "mira a stabilire un grado di protezione più elevato". Quindi, i coltivatori toscani, deducono che se per i prodotti dop l'intero processo produttivo deve avvenire in zona, a maggiore ragione un disciplinare di un vino doc che prevede esclusivamente l'imbottigliamento in zona non può che essere legittimo.

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