“Nel 1993 in Germania due persone sono morte dopo aver bevuto vino adulterato fabbricato in Italia". Inizia così l’atto di accusa di Jean Huillet, presidente della Confederazione dei viticoltori di Montpellier, scesi di nuovo in piazza (dove hanno distrutto un numero imprecisato di “bottiglie nemiche”) per protestare contro l'importazione di vino di produzione dell’Unione Europea (Vdpce). Huillet ha però aggiunto di non poterlo provare ed ha aggiunto, inoltre, “che dall'ovest francese, dove si registra una superproduzione che resta invenduta, vino bianco da un franco al litro viene spedito in Italia per essere colorato e poi rivenduto in Francia a basso costo". La battaglia contro il Vdpce è iniziata in giugno e ha già visto la distruzione di centinaia di ettolitri di vino spagnolo e italiano, l'occupazione di caselli autostradali, la devastazione di alcuni uffici provinciali. Secondo i viticoltori francesi il vino europeo - di cui non è possibile identificare il paese di produzione - non dà alcuna garanzia sanitaria ai consumatori e viene offerto a un prezzo troppo basso, mandando in crisi la vendita del prodotto locale. "Quest'anno quattro milioni di ettolitri di buon vino francese - denunciano - sono rimasti invenduti".
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