Dopo la “sbronza” di gusti internazionali, emerge da più parti l’esigenza di tributare maggiore attenzione al patrimonio così “tipico” della Penisola. Così, nella patria del Gaglioppo e del Greco Bianco, a Cirò, grazie soprattutto alla Fattoria San Francesco, da secoli di proprietà dei Siciliani e da sempre attivamente impegnata nella valorizzazione di questo patrimonio, e sotto l’egida della Camera di Commercio di Crotone, da qualche giorno è operativo il Consorzio di tutela dei vini Cirò e Melissa. Il presidente è Salvatore Caparra, vignaiolo in Cirò Marina. Il principale obiettivo del Consorzio è quello di promuovere l’immagine ed operare controlli qualitativi sui 50 viticoltori e sulle 6 aziende vinicole che imbottigliano. I vitigni di punta del territorio del Cirò sono il Gaglioppo ed il Greco Bianco.
Il Gaglioppo, noto anche come magliocco, mantonico nero, gallopolo e aglianico di Cassano, è diffuso anche in altre regioni quali l’Abruzzo, la Campania, l’Umbria e le Marche. Oltre che per il Cirò, in Calabria è largamente utilizzato per la produzione di altri vini. La particolarità del terreno calabrese, siccitoso e aspro, fornisce il microclima più idoneo a questo vitigno autoctono a bacca rossa, fra l’altro molto resistente e caratterizzato da una maturazione piuttosto precoce. Il vino che se ne ricava, diretto discendente dell’antico Cremissa, presenta una forte gradazione alcoolica, supera spesso i 14°, con un notevole corpo. Il colore è rosso rubino intenso con profumi vinosi in gioventù, che si evolvono in un bouquet ricco e intenso. Si presta bene all’affinamento di sei-otto anni. Nobile e austero, da più parti definito il “Barolo del Sud”, soffrì in passato di ossidazione precoce a causa della vendemmia di uve surmature, inconveniente rimediato grazie alle moderne tecniche agronomiche. Furono probabilmente i Pelasgi a importare il Greco Bianco dalla Tessaglia e a diffonderlo nelle zone del Sud Italia di loro influenza. Tale vino era citato dagli antichi scrittori naturalisti latini come Aminea Gemina. Sono numerosi, e con una notevole storia alle spalle, i vini generati da questo vitigno: fra tutti ricordiamo il Greco di Tufo, l’Erbaluce e il Lacryma Christi. Leggenda vuole che il greco di Bianco, noto anche come Greco di Gerace, abbia fornito il vigore necessario ai soldati locresi per sconfiggere l’esercito di Crotone, dieci volte superiore, nella battaglia sul fiume Sagra combattuta nel 560 a.C. Il vino ottenuto da uve greco ha colore giallo paglierino con riflessi ambrati, caratteristico bouquet di frutta secca, sapore morbido e armonico, da degustarsi giovane.
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