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SPUMANTE, 10 E LODE DAL DIETOLOGO GIORGIO CALABRESE

Un buon perlage, sia con un gusto secco per lo spumante che dolce per il Moscato, non manca mai ad ogni festa. Perché? Perché il vino spumante e il Moscato aiutano a digerire meglio e quasi subito. Lo conferma il famoso dietologo professor Giorgio Calabrese dell’Università di Piacenza e di Torino. “Come ogni tipo di vino, bisogna berlo mangiando e non a digiuno, perché in questo modo si evita l’assorbimento veloce dell’alcool. Si può iniziare a pasteggiare e continuare con un ottimo spumante secco italiano, perché il cibo salato si sposa con esso alla grande; ma alla fine sul dessert è meglio abbinare un’ottima bottiglia di Moscato d’Asti perché il suo gusto dolce è in perfetta sintonia di palato con tutti i dolci. Lo spumante ha due qualità importanti: un alto contenuto di anidride carbonica che, grazie all’arte enologica, è stato imprigionato nella bottiglia, ed un alto contenuto di lisato di cellule lievito, e quindi singoli aminoacidi, specie l’argina e la lisina, e singole sostanze di natura e derivazione antibiotica. L’anidride carbonica fa secernere una maggiore quantità di acido cloridrico nel succo gastrico e ciò è molto positivo almeno in questa particolare occasione, perché dopo le abbuffate del periodo natalizio l’apparato digerente non ne può più. Quindi una maggiore concentrazione acida del succo gastrico permette di digerire meglio tutto questo cibo”. “L’anidride carbonica, inoltre, fa anche accelerare l’assorbimento di alcool nell’intestino, perché apre la valvola pilorica, che si trova tra la fine dello stomaco e l’inizio dell’intestino, facendo transitare velocemente tutto ciò che si è mangiato. In questo modo l’alcool, appunto, arriva nell’intestino rapidamente e vi viene facilmente assorbito”.
“Un’altra azione importante del vino spumante è quella diuretica, che ci fa fare tanta pipì. Essa è dovuta alla presenza di potassio, nel contempo uno dei principali elementi del vino e anche delle nostre cellule. Nel vino - continua Calabrese - il potassio è soprattutto legato all’acido tartarico; quando esso viene metabolizzato dal nostro organismo, si lega all’anidride carbonica e forma il carbonato di potassio. Questo è un potente diuretico e si evita così la tanto odiata ritenzione idrica, presente soprattutto nelle donne sotto il ciclo o in menopausa, e aiuta ad abbassare la pressione del sangue quando è molto alta. Per quanto riguarda il Moscato d’Asti, esso è dolce e favorisce la digestione facendo svuotare velocemente la cistifellea, che contiene la bile, grazie agli acidi organici e inorganici che ha. Esso contiene inoltre dei pigmenti flavonici e xantonici che gli conferiscono il classico colore giallo paglierino e svolgono diverse azioni salutari: 1) azione astringente nelle diarree; 2) diminuzione della viscosità del sangue; 3) regolazione del metabolismo della respirazione cellulare; 4) risparmio di vitamina C dall’ossidazione. Un’ultima e curiosa azione dei componenti del Moscato è quella di lenire e migliorare le secrezioni bronchiali, grazie all’apprezzabile quantità di sostanze terpeniche. Quanto berne in ogni pranzo? Per una persona media e sana due bicchieri e mezzo di spumante e alla fine una flüte di Moscato. In questo modo l’organismo riceverà tanto beneficio, durante il pasto, ma soprattutto dopo”.

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