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NOVE ARRESTI PER CHIANTI E SASSICAIA FALSI

Più di 6 milioni di bottiglie di falso Chianti e 20.000 bottiglie di falso Sassicaia immesse in commercio: sono gli oggetti di due distinte inchieste della Procura di Pisa che hanno portato in carcere 3 uomini ed altri 6 agli arresti domiciliari, oltre all'iscrizione di 10 persone nel registro degli indagati. Le indagini sono state condotte della Polizia Tributaria della Guardia di Finanza e dalla Repressione Frodi di Firenze e di Pisa.

I reati commessi della presunta organizzazione per la falsificazione del Chianti sarebbero "associazione a delinquere finalizzata alla truffa, falsità materiale, frode in commercio e frode fiscale". Le indagini sul Chianti erano iniziate nella primavera del '99, dopo che il suo prezzo commerciale per ettolitro era precipitato da 400.000 a 180.000 lire. Sul mercato erano stati immessi 50.000 ettolitri di falso Chianti ed a 6,5 milioni di bottiglie delle annate '97 e '98. Gran parte del vino era destinato all'estero, ed in particolare in Germania. Al centro dell'organizzazione: Giovanni Ceragioli, 67 anni, di Fauglia (Pisa). Ceragioli, detenuto in carcere, è a capo della vinicola "Il Pino", dove il Chianti sarebbe stato "tagliato" e "moltiplicato" (con il vino che riceveva dalla Cantina sociale di Sava a Taranto e dalla Cantina sociale di Cellaro di Sambuca di Sicilia). Una contraffazione documentale sarebbe stata, inoltre, orchestrata per conferire a normali partite di vino sfuso di origine siciliana, pugliese, laziale, la certificazione di di vino Doc, Docg, Igt e la denominazione di Chianti o Rosso Toscano. In prigione sono finiti anche Alberto Bartali, 46 anni, di Monteriggioni (Siena) e Giacinto Di Pascoli di Capannoli di Lucca (Di Pascoli compare come intermediario anche nell'indagine sul falso Sassicaia). La commercializzazione del "Chianti" era invece gestita dalla Cantine Coli di Tavarnelle Val di Pesa e dalla casa vinicola Bartali.

Le accuse per i falsificatori di Sassicaia sono invece "associazione a delinquere finalizzata alla truffa, commercializzazione di prodotti con segni falsi e frode in commercio". Le indagini sul Sassicaia sono iniziate, invece, con la segnalazione di un semplice consumatore della Tenuta San Guido degli Incisa della Rocchetta. Il consumatore, responsabile dello Slow Foof del Valdarno (Claudio Gufoni, residente a Santa Croce sull'Arno, ndr), si era accorto che il vino acquistato a 80.000 lire a bottiglia non era Sassicaia. Così, nel maggio scorso, come già riportato da WineNews, gli investigatori erano così arrivati all'azienda agricola "Manolo" di Mario Coda, 43 anni, di Fucecchio, dove avevano sequestrato 3.000 bottiglie di vino falso: secondo le Fiamme Gialle, sarebbero state collocate sul mercato 20.000 bottiglie in tutto delle annate '94 e '95 (la produzione media annua di Sassicaia è di media sulle 200.000 bottiglie). Mario Coda, che è agli arresti domiciliari, sembra fosse supportato da Di Pascoli e Fabio Franchelli (della vinicola Montefoscoli di Palaia), 40 anni di Montopoli di Pisa, anche quest'ultimo ai domiciliari.

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