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EZIO RIVELLA LASCIA LA CASTELLO BANFI … “SUBITO A LAVORO NELLE MIE AZIENDE”

Italia
L'enologo e manager Ezio Rivella

Il Brunello di Montalcino "perde" uno dei protagonisti più importanti della sua storia, Ezio Rivella: da oggi, l’enologo-manager, nonché uno dei più autorevoli protagonisti dell’enologia italiana nel mondo, che dal nulla ha creato l’impero Banfi (85 miliardi di fatturato, nel 2000), non è più al timone della più importante azienda di Montalcino. Ezio Rivella ha rassegnato ieri le sue dimissioni dal cda della Castello Banfi Spa (che è la leader nella produzione di Brunello, ndr): “è finita un’importante esperienza di lavoro ed un amore a cui ho dedicato una buona parte della mia vita: in questi anni, ho scelto ed ho deciso per l’azienda riuscendo a far arrivare la Castello Banfi ai massimi livelli nel mondo, grazie ad una politica di piccoli passi e coniugando grandi numeri ed alta qualità. La Castello Banfi ha anche contribuito molto alla "rivoluzione" italiana del vino di qualità, essendo stata uno degli investimenti (250 miliardi) più importanti ed innovativi della storia dell’enologia di qualità. Ora è giusto che i protagonisti del ricambio generazionale entrino in scena e recitino il loro ruolo. Del resto, questo avvicendamento ai vertici della società era già nelle cose, anche per la mia età. Così, dopo 22 anni si interrompe il rapporto tra me e la famiglia Mariani, proprietaria della Castello Banfi”.

“I miei programmi prevedono, in primo luogo, di mettere a frutto - continua Rivella - i miei tenimenti in Maremma, nel Chianti Classico e nell’azienda di famiglia in Piemonte ed anche, perché no, di guardarmi intorno per divertirmi ancora in altre iniziative imprenditoriali”. E qualche anticipazione sui vini futuri di Rivella ? L’enologo-manager ha già le idee chiare: “Farò, in ognuna delle tre aziende di mia proprietà, un solo prodotto di altissima qualità (il vino “di secondo livello” lo venderò probabilmente sfuso) e di piccoli numeri: 200.000 bottiglie in Maremma, utilizzando vitigni internazionali (cabernet, merlot, syrah ..), 200.000 bottiglie di Chianti Classico in uno dei territori della tradizione d’eccellenza italiana e 20.000 bottiglie di Barbera nell’azienda di famiglia in Piemonte. La distribuzione sarà gestita da Giuseppe Meregalli (l’azienda di distribuzione dei vini più grande e tra le più rinomate d’Italia, che commercializza anche il Sassicaia, ndr)”.

Ai vertici dell’azienda leader di Montalcino (7 milioni di bottiglie, di cui 600.000 di Brunello) e tra le più importanti del nostro Paese, andrà John Mariani (presidente) ed avrà tre vicepresidenti, con tutti i poteri operativi, Cristina Mariani, Enrico Viglierchio (che sarà il direttore generale) e Remo Grassi (che sarà il direttore risorse umane e ufficio legale), tutti componenti del cda della Castello Banfi Spa, da qualche giorno interamente nelle mani della famiglia Mariani (con la Banfi Holding Corporation, una spa Usa). La quota di Rivella, che era lo 0,24%, è già stata infatti rilevata dai Mariani (non si conosce l’importo della cessione). La “nuova” Castello Banfi non avrà dunque amministratore delegato e nel cda (che non vede la presenza di Rivella) ci sono (oltre a John Mariani, Cristina Mariani, Enrico Viglierchio e Remo Grassi) anche Harry Mariani, James Mariani (vice-presidente e sales & marketing manager per gli Usa del gruppo), Marc Goodrich e John Troiano. Le scelte e le strategie tornano dunque ai Mariani e John e Harry Mariani vedono così assicurata la continuità del proprio lavoro e della propria famiglia, grazie all’ingresso ai vertici del gruppo dei rispettivi figli: James, 33 anni, figlio di Harry, e Cristina, 28 anni, figlia di John. I due, che già in passato avevano ricoperto incarichi strategici in azienda, formeranno al pari dei rispettivi padri, una fondamentale partnership: “mio padre Giovanni Mariani lasciò le redini a me e mio fratello Harry - ha ripetuto in questi ultimi mesi, John Mariani - e noi seguiamo il suo stesso esempio per perpetuare il successo della nostra famiglia”. Ed i giovani Mariani non si mostrano certo "impreparati": “l’obiettivo della nuova generazione, che trova già una straordinario lavoro realizzato da chi ci ha preceduto, sarà quello - ha spiegato di recente Cristina Mariani - di continuare a creare grandi vini legati alla cultura del territorio (Brunello, Rosso, Moscadello di Montalcino) e, allo stesso tempo, di produrre vini innovativi come il “Summus” e l’”Excelsus”, amati dalla grande critica internazionale”.

La collaborazione tra Ezio Rivella ed i Mariani è iniziata nei lontani anni ‘50 ed è da questo sodalizio che è nato, 20 anni dopo, uno dei progetti più eccezionali della storia enologica italiana: la Castello Banfi di Montalcino, con quasi 3000 ettari di proprietà (di cui 800 a vigneto) in uno degli scenari più suggestivi e caratteristici della Toscana, soprattutto in una delle zone a più spiccata vocazione per la produzione dei vini di qualità, rappresenta un esempio unico nel suo genere. La Castello Banfi ha selezionato i vitigni locali e sperimentato quelli più conosciuti internazionalmente ed ha adottato le tecniche di coltivazione e di trasformazione più avanzate; il castello medievale, cuore ed emblema dell’azienda, è diventato una delle mete italiane preferite dai turisti del vino, oltre che il simbolo, logicamente, di uno standard qualitativo senza uguali nel panorama enologico italiano (che dà i suoi migliori frutti nel Summus, Excelsus, Brunello di Montalcino Riserva “Poggio all’Oro” ..).

Ma, a Montalcino, sono già in molti a correre ai ripari per la possibile perdita di Ezio Rivella (per 9 anni presidente dell’Associazione Mondiale Enologi; per 12 anni presidente dell’Associazione Enologi Italiani; per 5 anni presidente del Comitato Nazionale Doc, con il compito di coordinare i 40 esperti più importanti del vino in Italia; attualmente vice presidente dell’Office Internationale de la Vigne et du Vin, ndr). La sua uscita di scena dal territorio di Montalcino (anche se rimarrà, per un anno, con una piccola consulenza con la Castello Banfi, per dare un po’ di assistenza a chi gli succede) di uno dei cervelli più illuminati di questi ultimi 20 anni, ha già fatto il giro dei produttori e tanti (piccoli, medi, grandi) riflettono sull’eventualità di candidare Ezio Rivella alla presidenza del Consorzio del Brunello.


I NUMERI DELLA CASTELLO BANFI

La Castello Banfi è l'azienda leader nella produzione di Brunello di Montalcino. Nel 2000, l'azienda chiuderà con un fatturato consolidato di 85 miliardi, di cui il 55% all'estero (in particolare Usa, Germania, Giappone, Canada, Svizzera). L'azienda, il cui patrimonio fondiario ammonta a 2850 ettari (di cui 800 a vigneto a Montalcino e 80 nei tenimenti piemontesi di Strevi, Gavi, Acqui Terme), è di proprietà dei fratelli italo-americani John e Harry Mariani (distributori, in Usa ed in altri Paesi, di vini italiani e non, per un business annuo di 250 milioni di dollari) ed è passata da un fatturato 0 dell'anno 1985 agli 85 miliardi del 2000: "questi risultati economici sono stati ottenuti - ha più volte spiegato Ezio Rivella, che ha guidato questo "miracolo" facendo investimenti in questi anni a Montalcino per oltre 200 miliardi - grazie ad una politica di piccoli passi ed un costante lavoro in tutti i settori produttivi (dalla ricerca scientifica applicata in vigna all’innovazione in cantina). La filosofia aziendale di coniugare grandi numeri ed alta qualità ha insomma trovato attuazione nella nostra iniziativa imprenditoriale". La Castello Banfi (250 dipendenti; 9 milioni di bottiglie di media, 80% doc e docg, di cui 7 milioni a Montalcino e 2 milioni, soprattutto spumanti, in Piemonte) ha iniziato nel 1998 un programma di investimenti (che terminerà nel 2002) di oltre 40 miliardi, indirizzato soprattutto sull'aggiornamento tecnologico e produttivo dei vigneti e della cantina. E' inoltre in via di definizione un progetto d'intervento destinato ad un ulteriore restauro del trecentesco Castello di Poggio alle Mura (che è sede di uno splendido Museo del Vetro e della Bottiglia da Vino), cuore dell'azienda (meta ogni anno di 40.000 enoturisti), dove saranno creati o potenziati servizi per i “turisti del vino” (enoteca, ristorante, winebar …)

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