La curiosità è ... vino. Se siete degli appassionati enofili o state muovendo solo adesso i primi passi nel mondo di Bacco, la proposta per voi è il “Museo della cartolina S. Nuvoli” di Isera, a pochi chilometri da Trento, in Vallagarina (dove oggi è stato presentato ufficialmente il premio "per il miglior vigneto di Marzemino", il vino preferito dal grande Mozart). Un viaggio per inseguire la conoscenza o dare corpo alle suggestioni attraverso lo strumento originale delle carte postali. Un’importante sezione del museo (Info - Comune di Isera: 0464/433792), che comprende una collezione di 30.000 esemplari, di cui 1000 esposti con didascalie accurate, è dedicata interamente alla vite e al suo prezioso figlio: il vino.
Questa volta non dovete sfogliare voluminosi trattati di viticoltura, ma vi basta gettare lo sguardo sulle cartoline in mostra: il passato, il presente, le tradizioni, gli usi e i costumi vi si appaleseranno di colpo davanti agli occhi, in modo divertente e distensivo. Gli annulli postali, le immagine grafiche elaborate o gli scatti fotografici sono il segnalibro per viaggiare nel tempo e nello spazio: le cartoline percorrono più di un secolo di storia, provengono dall’Italia e da diversi paesi stranieri. Tutti noi abbiamo speso gli ultimi giorni di vacanza a scrivere frasi di saluto sulle cartoline da spedire agli amici dai luoghi di villeggiatura, ma senza sfatare un mito bisogna dire che non sono nate per questo scopo.
Le prime, volute nel 1869 dall’Impero Austro-Ungarico, erano dei cartoncini di color avorio con lo stemma dell’aquila tricoronata, su cui si scriveva spendendo la metà rispetto alle lettere. Si inviavano senza busta e all’inizio erano utilizzate soprattutto dalle ditte come strumento commerciale o pubblicitario. In seguito si colorano di immagini, scoprono il linguaggio della comunicazione e si diffondono in tutta l’Europa. In Italia la cartolina postale nasce il primo gennaio del 1874.
Nella collezione dedicata al mondo del vino, si possono riconoscere delle sottosezioni in base all’argomento raffigurato. Molte cartoline utilizzano il tema della vite come immagine del territorio e il vino come elemento beneaugurale. L’uva diventa il veicolo pubblicitario di aziende agricole, il testimonial promozionale per famose case vinicole, o ancora le immagini di bottiglie sono lo speaker di eventi e convegni del mondo enologico.
La sezione dei vini italiani è particolarmente ricca e premia l’iniziativa soprattutto dei privati. Sono proprio loro i primi ad utilizzare l’impatto visivo della cartolina come oggi accade con gli spot televisivi. Nel tempo si succedono le immagini di piccoli Bacco, di personaggi della mitologia o di splendide figure femminili, che diventano le tracce della storia dell’illustrazione e della grafica artistica. Si ispira agli affreschi di Pompei la cartolina degli “Amorini vendemmiatori”, si distinguono per l’aspetto insolito e curioso quelle che contengono il listino prezzi dei vini, appaiono bellissime quelle dei disegnatori del periodo Liberty. Forse la cartolina della “Strada del vino bianco” di Conegliano del 1958 precorre l’iniziativa delle strade del vino che negli ultimi anni è diventata legge. Di sicuro è la staffetta per promuovere itinerari enogastronomici: un’idea davvero attuale che compare anche nelle illustrazioni delle cartoline più recenti.
Naturalmente una parte importante della raccolta è dedicata ai vini trentini, già noti per qualità e gusto agli imperatori romani. Le cartoline straniere comprendono le grandi case francesi, come d'Yquem; fanno entrare nel mondo degli champagne con Veuve Clicquot Ponsardin e Pommery & Greno o evocano immagini dal Portogallo e dai paesi dell’est, anche attraverso lo stile artistico diverso. Per gli appassionati delle tradizioni, vale la pena soffermarsi sulle riproduzioni della vendemmia. Qui la fantasia degli autori di disegni o scatti riesce davvero a restituire l’idea dell’avvenimento: una vera e propria festa che coinvolgeva uomini, donne e bambini. Sono rappresentati gli aspetti tecnici del lavoro, quelli simbolici (vendemmia-prosperità) e le immagini di costume, come una foto di inizio secolo che mostra un bimbetto col cappello di paglia in cima a un tino colmo d’uva. Per gli storici e i tecnici la sezione di interesse è quella dedicata al trasporto del vino. Il commercio, segnale dello sviluppo economico, era già sviluppato nei tempi antichi. Dalla Siria e da Creta partivano nel III millennio a.C. le carovane per l’Egitto e la Palestina. Dalle anfore ritrovate nei fondali del Mediterraneo sappiamo che le rotte marittime venivano percorse da navi fenicie, greche e romane che trasportavano vino. Anche i fiumi, un tempo navigabili, erano una via importante di comunicazione che univa il nord con il sud; mentre per gli spostamenti in salita si usavano barrocci e animali. Sono proprio loro i protagonisti delle cartoline: cavalli e buoi che trainavano carri di varia fattura, a seconda dell’epoca e della regione. Insolita è la cartolina della “Pedrottivini” che riproduce un’autobotte diventata un vero camion d’epoca.
Da consigliare assolutamente a tutti, con la raccomandazione di gustarle a piccoli sorsi, sono le immagini umoristiche. Qui i disegnatori hanno dato libero sfogo alla fantasia attraverso veri disegni artistici che giocano sui doppi sensi, sui personaggi biblici o famosi, sulla storia e sulla leggenda. “Il peccato originale” è il serpente che offre ad Eva una bottiglia di vino; “la chimica” è la cartolina in cui l’acqua distillata viene trasformata in Chianti di prima qualità e segnala, dopo l’epidemia di fillossera, la rinascita della viticoltura grazie alle conoscenze scientifiche. Se non ci bastano le suggestioni, possiamo solleticare lo spirito curioso, che è in ognuno di noi, guardando anche il retro delle cartoline. Attraverso il nome del destinatario, il testo e la calligrafia del mittente, il timbro postale possiamo vedere persone, luoghi e tempi uniti dal filo invisibile di un’immagine. Buon viaggio.
Silvia Airoldi
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