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CRESCE ANCORA IL GRUPPO ITALIANO VINI: ACQUISTI IN PUGLIA E LOMBARDIA

Italia
Emilio Pedron, amministratore delegato del Gruppo Italiano Vini (GIV)

Il Gruppo Italiano Vini (che annovera marchi del livello di Lamberti, Folonari, Santi, tanto per citarne alcuni) ha diffuso i dati del bilancio 2000 che confermano, con un giro d’affari consolidato di 427 miliardi di lire (+6% rispetto al ’99), la leadership della holding veronese (GIV più le società commerciali associate Frederick Wildman di New York e la Carniato Europe di Parigi) nel panorama vitivinicolo italiano. La capogruppo GIV, nell'anno passato, ha registrato un incremento sia in termini di fatturato che di margine lordo e di patrimonio netto cresciuti rispettivamente del 2%, del 20% e del 15%. Il fatturato 2000 del GIV si è attestato, infatti, sui 268 miliardi di lire, mentre il margine di contribuzione lordo si è fermato ai 65 miliardi portando il patrimonio netto a superare la quota 100 miliardi.

"Sono numeri importanti ottenuti, soprattutto – come ha sottolineato l’amministratore delegato Emilio Pedron – grazie ad una forte politica di marchio che ha consentito di dare una notevole visibilità sui diversi mercati. Un esempio, a questo riguardo, il successo del marchio Folonari, lo scorso anno, sui mercati Usa. Ma un’altra importante spinta è venuta dagli investimenti del GIV sia nei vigneti che in cantina: nel 2000, infatti, a questo proposito, il gruppo enologico di Calmasino (Verona) ha investito ingenti capitali basti pensare agli oltre 5 miliardi spesi nel Veneto, i 2,6 miliardi in Toscane e gli 1,5 miliardi per Umbria e Lazio.

Ma i responsabili del Giv anche hanno confermato la loro intenzione di proseguire sia la strada del potenziamento delle strutture esistenti sia quelle delle acquisizioni e dell’ampliamento della rete commerciale: a quest’ultimo riguardo è stato annunciato la costituzione di un GIV in Germania e di una riorganizzazione della rete italiana per la grande distribuzione italiana. Ma non finisce qui. Tramite la Wildman, infatti, il GIV ha acquisito una partecipazione nella Churchill Graham che ha vigneti e stabilimenti in Portogallo, mentre attraverso la controllata Carniato ha acquistato Italdistribution Sa di Liegi, distributore in Belgio.

Tutto ciò denota la grande importanza che viene data dal GIV ai mercati esteri e non a caso il 75% del proprio fatturato del gruppo viene realizzato proprio all’estero. La Germania, con 66,2 miliardi è il primo mercato, davanti all’Italia (65,8) e gli Usa (37,2). In crescita sono il Regno Unito (37,1) e Canada (20). Anche in Italia prosegue la strategia di espansione nel Sud dove già oggi il GIV vanta una presenza qualificata in Sicilia, Basilicata e Puglia: è in quest’ultima regione che il GIV ha registrato il colpo più importante acquisendo, tramite GIV Sud, il 60% dell’azienda vinicola Castello Monaci a Salice Salentino (Lecce). Un’azienda moderna di oltre 60 ettari di vigneto, con una potenzialità di espansione a 100 ettari, che produce sia Primitivo che Negroamaro, oltre a varietà internazionali di vini rossi e bianchi. Il GIV Sud possiede anche la maggioranza della siciliana Tenuta Rapitalia e nel 1999 il Giv aveva acquisito Terre degli Svevi a Venosa, in Basilicata. Con queste tre acquisizioni il GIV ha aggiunto oltre 300 ettari di vigneto che vanno a sommarsi a quelli delle altri 10 aziende che il gruppo veronese possiede nel meridione. Il GIV, inoltre, proprio in questi giorni ha annunciato l’acquisto di Castello Quadrio a Chiuro di Sondrio con l’obiettivo di farlo diventare un punto di riferimento di tutta la vitivinicoltura valtellinese.


Fabio Piccoli

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