Attenzione verso la qualità (dimostrabile con la tendenza delle imprese a produrre vino confezionato ed in bottiglia da 75 cl) e promozione & pubblicità (anche se limitate localmente): sono questi, in sintesi, i risultati emersi da un'indagine su “I mercati e i canali di commercializzazione del vino in Italia”, realizzata dall'Ismea su 90 aziende (per il 47% rappresentate da società cooperative). Il profilo che ha prevalso nell’indagine Ismea, riportata nell’ultimo numero de “Il Corriere Vinicolo”, è quello delle imprese con fatturato non superiore ai 10 miliardi annui (59 sulle 90 intervistate); il confezionato ha un'incidenza del 68% sul fatturato delle imprese (di cui il 43% imputabile alle Doc-Docg, il 15% alle Igt, l'8% ai vini da tavola e l'1% agli spumanti). Dall’indagine, quasi 9 aziende su 10 hanno dichiarato di svolgere pubblicità e promozione: i principali mezzi utilizzati sono giornali e riviste di settore (81 citazioni su 90); a seguire, fiere, mostre o esposizioni (63), radio e televisione (20) e sponsorizzazioni (14); il raggio di queste attività resta, comunque, locale (113 citazioni da parte di 64 aziende) e meno frequentemente nazionale (95 citazioni imputabili a 59 aziende).
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