Il crescente aumento della domanda e, come risposta, un’offerta assai limitata dà sempre più valore alla terra del vino: + 2,5 nel ’99, anno in cui l’Inea ha certificato questo aumento del valore dei terreni, segnato anche “da un ritorno al buon vivere, fatto di natura, tradizione e prodotti naturali. Una tendenza che si sta esemplificando nell’agricoltura d’autore, dove il vino è il prodotto più in ascesa”. Al top (se si esclude alcune aree dedite a fiori e frutta) ci sono, infatti, le aree vitivinicole del Trentino, del Prosecco, delle Langhe, del territorio del Brunello, del Chianti e della Maremma doc.
Al vertice dei valori fondiari dei vigneti, c’è il Trentino, dove un ettaro a vigneto, se si trova da acquistare, vale 730 milioni. Segue la zona del Prosecco, che tocca quota 440 milioni, quindi Montalcino, dove un ettaro docg vale almeno dai 300 ai 400 milioni, la Langa (sui 150 milioni) e la Franciacorta, sui 170 milioni. Poco più basso, si fa per dire, il Chianti Classico, che si attesta sugli 80 milioni, il Morellino di Scansano sui 50 milioni, i vigneti di pregio nell’Astigiano sugli 80 milioni, il Colli Orientali del Friuli sui 90 milioni, il Collio sui 100 milioni. Quindi, l’Oltrepo Pavese a 60 milioni, il Marsala sui 70 milioni, nel territorio del Primitivo 35 milioni, in Campania nell’avellinese sui 60 milioni e 50 nelle colline di Perugia. Ma, come conferma l’Istituto Nazionale di Economia Agraria (Inea) “i fattori che determinano il valore del terreno sono appunto la forte domanda e l’offerta molto limitata, ma anche l’esposizione, lo stato dei fabbricati, la disponibilità irrigua …”. E, aggiungiamo noi, il “terroir”, ovvero quell’insieme che integra il terreno con la cultura globale di un territorio.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025