Il "ProWein" di Dusseldorf (che ha spento i riflettori da pochi giorni), una delle vetrine internazionali - insieme al VineExpo di Bordeaux ed al Vinitaly di Verona - più importanti del mondo, è stato, secondo produttori ed operatori italiani contattati da WineNews, uno specchio fedele del mercato globale: l'Italia e la Francia sono insomma ancora le superpotenze, ma devono sempre più fare i conti con i cosiddetti Paesi emergenti. L'evento tedesco ha, infatti, segnato una forte avanzata in termini d'immagine, di marketing e di sviluppo commerciale di Cile, Australia, Sudafrica, California, ma anche una ritrovata verve di Paesi come la Spagna ed il Portogallo.
Ma il "ProWein", dall'alto della sua importanza commerciale, è stato comunque fondamentale per consolidare l'appeal del vino "made in Italy" sul mercato tedesco: le etichette italiane sono ormai un cult sulle tavole dei tedeschi (e lo si è potuto capire dal fatto che la richiesta da parte degli importatori ed operatori economici per alcuni vini d'Italia è letteralmente esplosa, e, in alcuni casi, con ordini impossibili da evadere per mancanza di prodotto). Una tendenza che, nel 2000, ha permesso al nostro Paese di conquistare in Germania la leadership di primo Paese fornitore di vino, scalzando la Francia. Un 2000 per il vino italiano che, stando anche a quanto riportato nei giorni scorsi da "Il Sole 24 Ore", dovrebbe chiudere "alla grande": l'export oltrepasserà sicuramente i 5.000 miliardi (4800 miliardi nei primi 10 mesi 2000).
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