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VINITALY 2001: LA FRANCIACORTA , DOPO LA COLLABORAZIONE CON IL MOSCATO D'ASTI, TORNA ... IN LOMBARDIA

La Franciacorta torna ... in Lombardia. Un gioco di parole che sta tuttavia a significare che la zona docg delle bollicine italiane al Vinitaly abbandonerà la collaborazione con il Moscato d'Asti. Non più quindi all'entrata del quartiere fieristico di Verona, com'è
avvenuto negli ultimi due anni, ma al padiglione Lombardia. Il tandem si divide e si ricomincia ognuno ... per la propria strada. Saranno 29 le aziende visitabili, una dopo l'altra, mentre altre 11 troveranno posto nel padiglione "vip", il 16 (al Moscato d'Asti è stato
invece assegnato il padiglione 7).

"Questa novità rappresenta un riavvicinamento alla regione" dice il presidente del Consorzio Franciacorta, Claudio Faccoli, "tanto più che lo spazio assegnato quest'anno ai vini lombardi è in una posizione strategica. Avvertivamo anche l'esigenza di zone più ampie per i nostri consorziati: ora abbiamo a disposizione 600 metri quadrati. Sarà purtroppo penalizzata la struttura dello stand, che non rispetterà più la forma "a corte", ma avrà una sistemazione lineare". Questo non spaventa i grintosi produttori bresciani, forti di un peso economico di
rilievo nella bilancia dei vini di Lombardia: 125 miliardi sui totali 850. In Franciacorta è prodotto soltanto il 10%del totale regionale, che però rappresenta il 18% del valore di mercato. Nel 2000 sono state realizzate 3,8 milioni di bottiglie di Franciacorta docg, le bollicine nobili rifermentate in bottiglia uvaggio di chardonnay, pinot bianco e pinot nero. Un vino che non ha risentito del
nefasto "effetto Millennio", com'è avvenuto invece in Francia, con il crollo delle vendite a causa dei magazzini della clientela saturi d'invenduto dell'anno precedente. Fatto importante, le bollicine italiane si stanno destagionalizzando, un intento arduo che ha già dato
i suoi frutti: il Franciacorta si degusta tutto l'anno, non più soltanto a Natale.


Francesca Facchetti

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