02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2025 (175x100)

BOOM NEGLI USA PER LE "CANTINE PERSONALI" IN ENOTECHE E NEGOZI SPECIALIZZATI … ENTRO L'ANNO IL PRIMO ESEMPIO "PROFESSIONALE" DI STOCCAGGIO DI VINI ANCHE IN ITALIA

Italia
Un'affascinante cantina storica

A Manhattan è scoppiata la febbre del business delle "cantine personali" in enoteche e negozi specializzati. In Italia, non è ancora così ma, entro l'anno, il primo esempio sarà di scena a Roma: top secret sul nome della nuova ed originale impresa, di sicuro composta da personaggi del mondo del vino e tecnici di operazioni di stoccaggio.

Negli Usa, già dai primi mesi del 2000, enoteche e negozi specializzati, che offrivano ai propri clienti la possibilità di conservare il vino acquistato nella loro “cantina personale” (con prezzi di deposito di una cassa di vino, da 1,20 a 1,50 dollari al mese; ma, a Manhattan, tra i servizi offerti ci sono anche consegne a domicilio nella "Grande Mela", garantite entro il giorno successivo, in camion refrigerati) non ce la facevano più a soddisfare le innumerevoli richieste. Così qualcuno, come la Morrel & Co. di Manhattan, proprietaria di un magazzino di 1000 metri quadrati, ed il Chelsea Wine Vault del West Side, per primi si sono prodigati in questo business. Ma anche i loro spazi stanno per esaurirsi , come afferma il manager Nikos Antonakeas della Morrell & Co. E questo fenomeno sta dilagando anche a Queens e Brooklyn fino a nord, nel New Jersey.

E in Italia, cosa sta succedendo? Lo abbiamo chiesto ad alcuni protagonisti del vino, che sicuramente hanno una visione mondiale delle tendenze. Gelasio Gaetani Lovatelli, consulente enologico di personaggi famosi di Hollywood, ha dato a Winenews un’importante anticipazione: "entro il 2001, nascerà proprio a Roma una società che si occuperà di stoccaggio; ma top secret sul nome". "Non solo, sarà un’imminente realtà - continua Gelasio Gaetani Lovatelli - ma sono sicuro che fra 2 anni (questi sono i tempi di differenza fra noi e gli americani), sarà un business affermato, perché gli amanti del vino sono sempre più numerosi ed esigenti. Come lo è a Los Angeles, prima ancora di Manhattan". Ed i nostri produttori italiani di punta come si stanno attrezzando ? Hanno fatto stoccaggio di bottiglie per privati, ma soltanto in occasione di alcune operazioni di marketing aziendale.

Tiziana Frescobaldi, responsabile delle relazioni pubbliche della blasonata casa vinicola italiana, spiega, infatti, che "per quanto riguarda direttamente i clienti in Italia, la Frescobaldi non fa stoccaggio; finora almeno non se ne sente l'esigenza, ma in futuro non è detto .... Il Brunello di Montalcino di Castelgiocondo è stato "stoccato", invece, ma soltanto per le bottiglie dei sottoscrittori del prestito obbligazionario siglato con Mediobanca". Ezio Rivella, uno dei personaggi chiave del vino in Italia, conferma che "nel nostro Paese, i tempi sono maturi per questo tipo d'attività da riservare ai privati. E questo in virtù del fatto che il vino di pregio è sempre più vissuto con consapevolezza e amato dal cliente”. Rivella racconta poi dell'esempio di stoccaggio dei vini per i clienti dei “futures” della Castello Banfi: "è stato - commenta Rivella - un grande successo e, in questo caso, è stata l’azienda, e dopo anche le enoteche, che si sono fatte carico dello stoccaggio del vino venduto "en primeur" ”.

E le enoteche come reagiscono a questa tendenza tutta americana? Marco Trimani, titolare di una delle più famose enoteche della Capitale e d’Italia, spiega che "già da qualche anno custodisce nella sua enoteca bottiglie di clienti, che non hanno uno spazio idoneo. Sicuramente Manhattan è popolato da molti single che vivono in piccoli appartamenti di circa 40/50metri quadrati e l’esigenza di avere uno spazio idoneo per le bottiglie è forte; a Roma e in Italia in genere si vive ancora in una dimensione umana, per cui non credo che ci sarà tutto questo movimento nello stoccaggio. Comunque, ben vengano tutte le iniziative legate al mondo del vino”.

Copyright © 2000/2025


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025

Altri articoli