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COLLI ORIENTALI E COLLIO VERSO L'UNIFICAZIONE IN NOME DELLA GRANDE QUALITA' DEI VINI FRIULANI

Italia
Una veduta di Rocca Bernarda, una delle migliori aziende dei Colli Orientali del Friuli

"Il vino friulano è pieno di storia, uniamolo per comunicarlo !": con questa esortazione, il "Maestro" Luigi Veronelli ha invitato i produttori dei Colli Orientali del Friuli e del Collio ed Istituzioni del Friuli Venezia Giulia a prendere atto delle grandissime affinità e del fatto che la divisione tra Colli Orientali e Collio negli anni Settanta "è stata solo per volontà del legislatore e della politica", e che quindi "è l'ora di mettersi insieme in nome della qualità dei vini di questo straordinario terroir". Il progetto di unificazione, in cantiere da qualche mese, ha adesso due strade: la prima è quella della creazione di un'unione tra i Consorzi (che però mantengono la loro identità); la seconda è quella che i due Consorzi entrino in sinergia per gli aspetti tecnici, legati al vigneto ed alla valorizzazione del territorio".

L'occasione per riflettere su questa importante prospettiva è stata data dal convegno sui "Trent'Anni" del Consorzio dei Colli Orientali del Friuli (172 soci, di cui solo 100 imbottigliatori; i vitigni principali sono il Tocai friulano, Refosco dal Peduncolo Rosso, Ribolla Gialla, Verduzzo, Picolit, per gli autoctoni, ed il Cabernet Franc e Merlot, per gli internazionali; 2300 ettari iscritti all'Albo in 14 Comuni, che producono 80.000 ettolitri di vino doc; 30% export, soprattutto Germania, Austria e Svizzera; le aziende più premiate dei Colli Orientali del Friuli Dorigo, Livio Felluga, Le Due Terre, Miani, Rocca Bernarda, Schiopetto, Scubla, Volpe Pasini, Ermacora, Filiputti, Il Roncal, Ronco Vieri, Luigi Valle, Le Vigne di Zamò, La Viarte, Livon, Ronchi di Manzano), che è presieduto da Ivana Adami (Ronco delle Betulle) e diretto da Marco Malison.

Luigi Veronelli, che ha avuto parole di grande apprezzamento per i vini del Colli Orientali e del Collio, ha ricordato i suoi incontri con tanti vignaioli friulani "che lavorano con una passione davvero immensa, straordinaria, unica" ("ad esempio, Livio Felluga, che oggi ha 87 anni, e che ho avuto il piacere di conoscere e di apprezzare per le due doti fin da giovane, ogni mattina va a controllare attentamente le sue vigne") ed ha proposto "ad ottobre, un brindisi trionfale, in terra di Francia, a Parigi, per l'unione tra il Collio ed i Colli Orientali del Friuli". Un'idea che ha trovato subito l'accordo dell'Ersa e dell'assessorato regionale all'agricoltura: "al ragionamento comune, tra Collio e Colli Orientali del Friuli, già in cantiere, è da aggiungere anche il Carso. Una prospettiva che può dare ulteriore slancio all'economia del territorio, che è trainata dai grandi vini del Friuli Venezia Giulia".

Al convegno, il Consorzio dei Colli Orientali del Friuli ha poi presentato il nuovo
sito Internet www.colliorientali.com, che descrive minuziosamente i vini, il territorio, la storia, le tradizioni enogastronomiche e dà informazioni utili all'enoturista: "non si tratta di un sito commerciale - spiega il direttore del Consorzio, Marco Malison - tanto è vero che alle aziende associate non è stato richiesto alcun contributo economico. Vuole semplicemente essere una vetrina sul mondo …". Come una bella "vetrina", grazie alle splendide fotografie dei vigneti, è il volume fotografico "Colli Orientali del Friuli, il Parco della Vite e del Vino", con cui il Consorzio ha festeggiato i suoi trent'anni di lavoro. "30 anni - precisa Malison - che non sono un punto d'arrivo, ma di partenza".

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