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FRANCESCA PLANETA: “IN FUTURO PUNTEREMO SULLE PICCOLE DOC DI SICILIA: MOSCATO DI NOTO E CERASUOLO DI VITTORIA”

Italia
Santi, Francesca e Alessio Planeta

La Planeta, una delle aziende più “trendy”, dopo aver scalato in pochi anni i vertici dell’enologia italiana, puntando molto sui vitigni internazionali, si lancia adesso nella sfida della valorizzazione delle piccole doc di Sicilia (Cerasuolo di Vittoria e Moscato di Noto ed Eloro) e sugli autoctoni italiani. L’azienda, simbolo della rinascita siciliana del vino (250 ettari di vigneto nell’agrigentino a pochi chilometri dallo straordinario Parco archeologico di Selinunte, 10 miliardi di fatturato, 4 miliardi di investimento in una nuova cantina in contrada Dispensa a Menfi che permetterà di passare dalle attuali 800.000 a 1,5 milioni di bottiglie), guidata dai giovani Francesca, Alessio e Santi, ha saputo in questi anni adeguarsi alle esigenze dei nostri giorni, puntando sull’ampliamento e sul rinnovo dei vigneti (vitigni internazionali e siciliani, tra cui Nero d’Avola e Grecanico), condizione indispensabile per la qualità, affidata alla mano esperta dell’enologo e grande innovatore Carlo Corino. “Adesso stiamo lavorando - commenta Francesca Planeta - molto attivamente ad un interessante progetto di sperimentazione e di ricerca sui migliori autoctoni italiani per la creazione di altri vini. Ancora non abbiamo le idee chiarissime, ma abbiamo già messo in produzione, in un vigneto sperimentale, “per vedere l’effetto che fa”, tanti vitigni autoctoni italiani: dal Sagrantino al Teroldego, dal Fiano al Vermentino, dal Pinot Nero al Sangiovese”. “Ma l’idea più importante alla quale stiamo lavorando - continua Francesca Planeta - è quella legata alle piccole doc di Sicilia: sto parlando del Cerasuolo di Vittoria (Frappato e Nero d’Avola) e del Moscato di Noto e di Eloro (Moscato di Alessandria). E, nei prossimi anni, dedicheremo ancora molte altre risorse a queste doc”. I Planeta, infatti, oltre agli storici e straordinari bagli Ulmo a Sambuca di Sicilia (55 ettari) ed al baglio Dispensa (53 ettari), possiedono 35 ettari a Noto (Siracusa) e 17 ettari a Vittoria, due tenimenti molto affascinanti, e dove, in questi anni, i Planeta stanno investendo molto. Ma le novità di Planeta non sono ancora finite: “dal vigneto Maroccoli (nel baglio dell’Ulmo, ndr), un nome che ho sentito da quando sono bambino - racconta Alessio - a partire dalla vendemmia di quest’anno, creeremo il nostro “chateau”, un vino dal sapore francese, di taglio bordolese (Merlot e Cabernet Franc), allargato però al Syrah. Sarà il top della nostra produzione: un rosso di forte concentrazione, grande colore, morbido, niente sentore erbaceo, vellutato, “senza spigoli”. Il 2001 andrà in commercio ad inizio 2004 (e saranno soltanto 20.000 bottiglie). “Chateau Planeta” farà tutta la fermentazione in tonneau di 500 litri “a cielo aperto”; tonneau che poi saranno chiusi dalle abili mani degli bottai di Marsala; quindi, 18 mesi di affinamento, sempre nel tonneau”. Prosit !

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