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OCM VINO: LA PROPOSTA DI CONFAGRICOLTURA PER LA REGOLARIZZAZIONE DEI VIGNETI

“L’applicazione della riforma dell’Ocm vino sta comportando per l’accertamento della consistenza delle superfici vitate nel nostro Paese gravi problemi ai produttori. Per questo, la Confagricoltura ha evidenziato al Ministro per le Politiche Agricole, Gianni Alemanno le sue idee: “le complesse procedure di compilazione, presentazione e validazione della dichiarazione dei vigneti, finalizzate all’aggiornamento dello schedario viticolo nazionale creano notevole disagio ai produttori che, in gran parte, non sanno ancora in quale misura le superfici da loro dichiarate verranno riconosciute dall’Agea. Ciò - continua Confagricoltura - a meno di 2 mesi dalla scadenza della denuncia di produzione vitivinicola, per la cui redazione risulta essenziale il dato della superficie vitata, in particolare ai fini del calcolo della resa ad ettaro dei vini a denominazione d’origine. Questa situazione di incertezza si aggrava nel caso dei produttori che hanno presentato domanda di regolarizzazione di vigneti impiantati senza la prescritta autorizzazione”. “Per questi è prevista la possibilità - spiega ancora Confagricoltura - di sanare l’irregolarità commessa senza dover estirpare il vigneto, dietro pagamento di una sanzione e con l’assegnazione di un diritto d’impianto prelevato da una quota di ettari, pari all’1,2% della superficie vitata complessiva del Paese). Questa nota, che è formata da diritti d’impianto a suo tempo non utilizzati dai produttori italiani ma, potenzialmente, non ancora scaduti, deve essere assegnata dalla Commissione europea a seguito di una richiesta documentata dello Stato membro interessato”.

La Confagricoltura segnala “al ministro l’urgenza di procedere su questa strada, poiché il governo italiano non pare abbia ancora formulato richieste in tal senso, in quanto il ricorso all’opzione sanzionatoria appare l’unico modo per consentire a molti produttori di regolarizzare i propri vigneti e di completare la propria dichiarazione delle superfici vitate”. Le altre opzioni di regolarizzazione, previste dalla normativa, si sono rilevate impercorribili, essendo pressochè nulla la messa in vendita di diritti d’impianto da parte di privati ed avendo tutte le regioni deliberato, a loro avviso giustamente, di non utilizzare a tale fine i 12.933 ettari di nuovi diritti d’impianto assegnata dalla Unione Europea al nostro Paese per soddisfare l’aumento della domanda di vini a denominazione d’origine”.

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