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SALONE DI TORINO - IL FUTURO DEL VINO NELLA GRANDE DISTRIBUZIONE

L’aumentata consapevolezza da parte dei consumatori, che ricercano maggiore qualità al momento dell’acquisto; il mercato del vino che aumenta globalmente in termini di volumi di affari, in particolare su specifici segmenti: i vini doc e docg rispetto ai vini da tavola, il formato da 0,75 rispetto ai bottiglioni e al cartone, il vino rosso rispetto al vino bianco; un trend di crescita molto vivace per i vini appartenenti ad una fascia di prezzo medio-alta (dalle 9.500 lire in sù): questo lo scenario, peraltro noto, che emerge con più forza dalla ricerca Ac Nielsen sul mercato del vino nel nostro Paese. Se ne parlato in un convegno al Salone del Vino di Torino su “Quali sono le prospettive del vino di qualità all’interno della Gdo?”, che ha messo a confronto produttori e grande distribuzione italiana”, organizzata da GdoWeek, settimanale economico della distribuzione e dell’industria (tra i produttori Antinori e Zonin e per la Gdo, Unes, Coop e Auchan). Ai dati positivi della ricerca, che confermano l’orientamento verso la qualità, si affiancano alcuni dubbi circa il ruolo della grande distribuzione nel veicolare il vino al cliente finale. Ad un consumo consapevole risponde un’offerta estremamente polverizzata con tanti leader di nicchia, che rende difficile la scelta. La Gdo si è ormai accreditata come canale che coniuga prezzo e qualità, e nessun prodotto di largo consumo può essere escluso dai suoi flussi: ed il vino è sempre più richiesto dai consumatori, che desiderano reperirlo facilmente e comodamente.
Tre invece i punti sui quali produttori e distributori si sono trovati pienamente d’accordo. Il primo è la necessità di un maggiore avvicinamento e scambio reciproco: per la Gdo, è importante conoscere meglio le aziende ed i loro prodotti al fine di compiere scelte di acquisto consapevoli; per i produttori è vantaggioso interagire strettamente con la grande distribuzione per consigliare le politiche di marketing più adeguate alle proprie etichette. Sono infatti negativi per entrambe le parti i posizionamenti sbagliati dei vini sui punti vendita, sia in termini di assortimento sia di prezzo. Un’altra necessità molto forte è quella della formazione del personale all’interno della Gdo: i buyers del vino ed gli addetti alla vendita nei reparti necessitano di una preparazione specifica per poter operare al meglio. Le grandi catene distributive devono organizzare corsi, visite alle aziende, degustazioni per i propri dipendenti, sia per diffondere una maggiore conoscenza tecnica sia per accrescere passione ed entusiasmo, requisiti indispensabili per chi si occupa di vino, prodotto dal forte contenuto emotivo. L’ultima indicazione è poi scaturita sul ruolo della Gdo nell’informazione al consumatore: senza eccedere nell’uso di un linguaggio troppo tecnico - per non spaventare chi è meno preparato - è auspicabile che all’interno dei punti vendita siano illustrate le caratteristiche specifiche dei singoli vini, per promuovere la conoscenza e la consapevolezza.

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