All'appuntamento dedicato esclusivamente ai vini pregiati francesi e toscani - vale a dire in generale i più ricercati dai collezionisti e dagli operatori specializzati - organizzato a Roma da Gambero Rosso e dalla casa d'aste Panfolfini di Firenze è mancato l'acuto: i due lotti di vertice (peraltro certificati come autentici e perfettamente bevibili), lo Chateau Lafite Rothschild 1799 e lo Chateau d'Yquem 1811, vere e proprie rarità (le rispettive base d'asta erano: 60 e 45 milioni), sono stati ritirati dal battitore "perchè non hanno raggiunto la riserva" (ovvero il prezzo offerto non è stato giudicato congruo). Un vero peccato che all'asta (che ha toccato un importo complessivo di 255 milioni, pari al 50% del venduto) - alla quale hanno partecipato 150 tra collezionisti, enotecari, ristoratori e broker internazionali - questi due lotti fantastici (tra i 370 in catalogo) non abbiano trovato interesse. Due bottiglie sulle quali vale la pena spendere qualche parola: lo Chateau Lafite è forse il più leggendario tra i rossi di Bordeaux: una bottiglia di 1784 (appartenuta a Thomas Jefferson) rappresenta l'aggiudicazione più alta mai registrata ad un'asta nel mondo (venne venduta una quindicina d'anni fa per l'equivalente attuale di 300 milioni o giù di lì); per lo Chateau d'Yquem vale più o meno lo stesso discorso: il 1811, anno della cometa, è stata una delle vendemmie più celebrate dell'Ottocento. "Peccato - spiega Maria Ilaria Ciatti della Casa d'Aste Pandolfini - che queste due splendide bottiglie, che valgono realmente le loro quotazioni, non siano state vendute … anche se quando ci sono questi lotti si avverte sempre qualche giorno prima se c'è o meno interesse. Questa vendita non era nell'aria …". All'asta, poi, come era logico aspettarsi, si è registrato il buon successo dei Bordeaux (soprattutto quelli delle annate più giovani, il 1997, ad esempio) ed anche la Borgogna è andata forte (ad esempio, un assortimento di 12 bottiglie di Domaine de la Romanée Conti 1998 è stato venduto per 8,5 milioni, il 1996 a 9 milioni ed il 1995 a 8 milioni); sempre nella sezione dei francesi, da segnalare, le 24 bottiglie di Chateau D'Yquem 1991 vendute a 4,5 milioni, le 5 bottiglie di Hermitage La Chapelle Jaboulet 1978 a 5,4 milioni, le 6 bottiglie di Cheval Blanc 1982 a 5 milioni. Quindi, il gran successo del Sassicaia: la cifra più alta in assoluto è stata raggiunta da 29 bottiglie, in eccellente stato di conservazione, di vendemmie dal 1968 al 1998, pagate 17,5 milioni; e poi ancora un lotto di 15 bottiglie magnum, con cassa in legno originale, di Sassicaia Tenuta San Guido annate 1983-1984-1985 e dal 1987 al 1998. Tra i lotti italiani battuti all'asta spiccano anche le 12 bottiglie di I Sodi di San Nicolò-Castellare di Castellina 1988 vendute a 3.800.000 lire, e sempre 6 bottiglie di Sodi di San Nicolò-Castellare di Castellina 1985 a 3,4 milioni, quindi le 16 bottiglie, una per annata di Solaia Antinori (1978-1979-1982 dal 1985 al 1991 e dal 1993 al 1998), per 4,2 milioni. A seguire, buon appeal all'asta anche per le vecchie Riserve di Brunello di Montalcino Biondi Santi, per il Tignanello e il Guado al Tasso di Piero Antinori, per l'Ornellaia e il Masseto di Ludovico Antinori, il Siepi '97 del Castello di Fonterutoli e La Brancaia '97 (ricavato devoluto ad Emergency del chirurgo di guerra Gino Strada, impegnato in queste ore in Afghanistan), il Cepparello di Isole e Olena, la Vigna d'Alceo del Castello dei Rampolla, il Messorio de Le Macchiole, il Redigaffi e il Giusto di Notri di Tua Rita, il Lupicaia del Castello del Terriccio, le Cupole della Tenuta di Trinoro, il Percarlo di San Giusto a Rentennano … Quindi, il gran lotto finale (composto da 241 bottiglie premiate con i "Tre bicchieri" dalla Guida "Vini
d'Italia 2002"), il cui ricavato 30 milioni è stato devoluto in beneficenza a favore
della Comunità di San Patrignano. Se lo sono aggiudicato, al "50&50", due imprenditori
friulani del vino: Emilio Rotolo, titolare della Volpe Pasini, e Domenico Nocerino della Vinifera Import (che ha vigna a Gradisca, l'azienda è Sant'Elena, ma è anche uno dei più importanti importatori di vini italiani negli States). Questo particolare lotto era partito da una base d'asta di 5 milioni: "le 241 bottiglie non saranno ritirate - spiegano a WineNews i due imprenditori - e saranno nuovamente rimesse nell'asta del prossimo anno, sempre per scopo di beneficenza".
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