C'è spazio per affiancare all'Enoteca Italiana - che è e resta un'istituzione imprescindibile a difesa della qualità e del prestigio italiano - una struttura di promozione della nostra produzione d'eccellenza diffusa sul territorio. Parola del Ministro per le Politiche Agricole Gianni Alemanno, che oggi al convegno "Vini a Denominazione di Origine, prodotti tipici, territori, città e cultura", organizzato alla Fiera di Roma per "Culturalia" dall'Enoteca Italiana.
Il Ministro Alemanno si è spinto a precisare ancor meglio la sua posizione, dopo le recenti polemiche che avevano surriscaldato i rapporti tra l'Enoteca Italiana e quella del Piemonte, che si è candidata a creare un circuito
di enoteche pubblico-private in tutta Italia e della quale l'ente piemontese rivendica la leadership. "Mi sono consultato anche con il sottosegretario Teresio Delfino (che ha la delega per la vitivinicoltura, ndr) e ritengo di dover dire che se l'Enoteca Italiana non può e non deve
essere messa in discussione nel suo ruolo istituzionale centrale è comunque auspicabile che ci siano altri momenti di difussione della cultura del vino sul territorio che operino al fianco dell'Enoteca Italiana".
Chiusa con questa precisazione la polemica e con buona soddisfazione del presidente dell'Enoteca Italiana Flavio Tattarini - il deputato che firmò la legge sulle strade del vino primo vero riconoscimento alla valenza economica e culturale dell'enoturismo - il ministro Alemanno ha affrontato altri due temi. Il primo relativo alla necessità "di far emergere anche la produzione di qualità media. Non possiamo difendere solo le punte di eccellenza del nostro vino e dimenticarci che in alcune zone si è chiesta la distillazione obbligatoria. Non c'è dubbio - ha notato il ministro - che il vino sia stato il settore che più di ogni altro ha ridato visibilità, notorierà e qualità alla nostra agricoltura ma questo sviluppo non è omogeneo. Anche per questo bisogna mettere a punto strumenti di diffusione della cultura del vino, di promozione della produzione e di sostegno alla qualità. Se necessario, procederemo alla riforma dell'Ente Vini, dei comitati tecnici e di tutte le strutture a supporto della vitivinicoltura. Come sarà inevitabile andare alla razionalizzazione dei momenti e degli eventi promozionali. Il vino è cresciuto in immagine anche grazie alle tante manifestzioni e alle tante iniziative sorte in questi anni. Ora è tempo non di sfoltire, ma di qualificare queste manifestazioni". Il secondo argomento toccato dal ministro - su sollecitazione del sindaco di Montalcino, Massimo Ferretti che è tornato a porre l'accento sulla "povertà" dei Comuni a forte presenza enoturistica e monovocazione economica agricola - è stata la necessità "di sostenere con strumenti finanziari adeguati lo sforzo che questi comuni - presidi rurali d'eccellenza e poli turistici di fondamentale importanza - stanno sostenendo. Non si fa agricoltura di qualità senza territori di qualità, non si fa enoturismo senza servizi adeguati". Infine, Alemano ha promesso che, in sede europea, l'Italia farà - insieme al cartello dei Paesi "mediterranei" - ogni sforzo per adeguare la Pac del vino alle esigenze delle nostre cantine.
Il professor Fabio Taiti, presidente del Censis
Servizi, sempre nel convegno dell'Enoteca Italiana, è tornato ad affermare con forza la necessità che
"l'enoturismo diventi sistema con le cantine, il territorio e l'offerta complessiva" e ha ribadito che "ci sono almeno 8 milioni di italiani pronti a diventare consumatori di vini di eccellenza e che quindi bisogna curare di più da parte di cantine e territori l'attenzione alla domanda". A conclusione del convegno, il presidente dell'Enoteca Italiana, Flavio Tattarini ha ribadito la "centralità dell'Ente Vini" che "vuole sempre più connotarsi
come strumento di rappresentanza del vino italiano, di tutela della qualità e di diffusione della cultura del vino". (Redazione Winenews)
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