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UE: A RISCHIO “NOMI” TRADIZIONALI DEI VINI ITALIANI. DOPO L’ACCISA UN ALTRO PERICOLO ALL’ORIZZONTE PER IL NOSTRO PAESE: L’UNIONE ITALIANA VINI LANCIA L'ALLARME

Italia
Davide Gaeta, consigliere delegato Unione Italiana Vini

Dopo la proposta di una tassa sul vino, arriva dalla Commissione Europea un altro brutto "tiro" ai danni dell’Italia: sono state infatti tagliate le liste delle menzioni tradizionali (ovvero i termini "protetti" da riportare nelle etichette dei vini) presentate dal nostro Paese. Si tratta di un argomento che rischia di passare inosservato alla maggior parte dell’opinione pubblica, ma per il mondo vinicolo è una questione di primaria importanza.
Il pericolo per le nostre produzioni è questo: le menzioni servono a proteggere i vini italiani e ad impedire che i nomi che da sempre li caratterizzano possano essere indebitamente utilizzati in altri Paesi. Grande preoccupazione nel mondo del vino: parla per tutti Ezio Rivella, presidente dell’Unione Italiana Vini, la “Confidustria” del settore. «Esiste un meccanismo perverso della burocrazia per cui si rischiano di fare grossi danni nel tentativo di applicare regole assurde, pur se motivate da buoni propositi. Inizialmente era stata addirittura cancellata la menzione “Brunello” dalla lista presentata dall’Italia, poi reintrodotta in seguito a fortissime proteste. Se ciò non fosse avvenuto il rischio era ritrovarsi un Brunello prodotto in Spagna o in Grecia».
«Quello che sta succedendo a Bruxelles è gravissimo - continua Davide Gaeta, consigliere delegato dell’Unione Italiana Vini - Prima di tutto, ci si chiede perché deve essere la Commissione Europea a stabilire le menzioni che devono entrare o rimanere fuori dalle liste: come può un commissario irlandese o lussemburghese decidere in merito al nostro patrimonio vinicolo tradizionale? E poi, perché penalizzare solo l’Italia? Si tratta di un sopruso che va respinto con tutti i mezzi. La posizione del Ministero delle Politiche Agricole in proposito deve essere chiara e decisa: una netta opposizione. A queste condizioni la delegazione italiana non può che esprimere un voto contrario». La votazione sul regolamento per l’etichettatura è prevista per la prossima settimana: sapremo dunque nel giro di pochissimi giorni come si concluderà la delicata vicenda. «La velata minaccia che arriva da Bruxelles è che se non dovesse passare il regolamento così come deciso dalla Commissione, si dovrebbe ricominciare tutto da capo, prendendo però in esame l’intero sistema di etichettatura dell’Unione - continua Gaeta - Non solo il vino, dunque, ma anche gli alimenti: e questo costituirebbe un pericolo ancora maggiore per le nostre produzioni tipiche».
Vediamo un breve riepilogo dei fatti: durante il Comitato di gestione vino che si è tenuto all’inizio di febbraio la Commissione Europea ha distribuito l’elenco, per tutti i Paesi, delle menzioni che sarebbero tutelate dalla nuova normativa comunitaria. Questa lista si suddivide in A e B: le menzioni appartenenti alla lista A sono meno tutelate, e possono essere accordate anche a Paesi terzi che ne facciano richiesta per la commercializzazione nell’Unione Europea. Invece la lista B gode di una forte tutela, e le menzioni in essa contenute possono essere utilizzate “in esclusiva” da un solo Paese. L’Italia, che vanta un ricchissimo patrimonio di menzioni tradizionali e da sempre si batte per difenderle, ha presentato alla Commissione una lista ben nutrita, 55 menzioni nella B e 22 nella A, includendo nomi tradizionali quali “occhio di pernice”, “cacc’e mmitte”, “Buttafuoco”, “Pagadebit”. In modo del tutto arbitrario e senza spiegazioni la Commissione Europea ha tagliato drasticamente la lista delle menzioni italiane, prevedendone solo 15 nella B e 22 nella A. Molte menzioni tradizionali, che possedevano tutti i requisiti per l’inclusione nella lista B, sono state declassate in A o addirittura cancellate. Ciò che più sorprende è la disparità di trattamento riservato agli altri Paesi, le cui liste - a parte quella presentata dalla Francia - sono state quasi integralmente accolte dalla Commissione.



Lista A
Le menzioni (vini, modi ed elaborazioni) più conosciute “a rischio” Ue
(nel senso che non godranno di una protezione internazionale più ampia)
Riserva
Classico
Stravecchio
Superiore
Rubi
Buttafuoco
Cacc’e mitte
Lacrima
Passito
Occhio di Pernice
Pagadebit
Chiaretto
Vermiglio
Sangue di Giuda
Vin Santo

Lista B
Le menzioni (vini, modi ed elaborazioni) più conosciute “a rischio” Ue
(nel senso che godranno di una protezione internazionale più ampia)
Brunello
Amarone
Est Est Est
Gutturnio
Sforzato
Morellino
Vergine
Recioto
Lacryma
Christi
Vino Nobile

Note
a) le liste non sono state ancora approvate in sede comunitaria;
b) le Ue ha previsto due gradi di protezione diversi: “lista a” e “lista b” (quella più protetta);
c) arbitrio dell’Unione Europea (Commissione Agricoltura) nel decidere (entro maggio) cosa va nella “lista a” e cosa va nella “lista b”;
d) l’Unione Italiana Vini (Uiv) chiede che venga assicurata una protezione globale per tutte le menzioni tradizionali italiane (che rappresentano per l’Italia una ricchissima tradizione ed un solido legame con la storia);
e) se non vengono accettate almeno le richieste italiane più evidenti, l’Unione Italiana Vini chiede di non approvare il regolamento sull’etichettatura dei prodotti vitivinicoli.

Elaborazione: WineNews (su indicazioni Unione Italiana Vini)  

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