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Lanciata Cantine Aperte per il 26 maggio: il vino sempre più catalizzatore dello sviluppo del territorio
di Eleonora Ciolfi

Vino e turismo: un binomio che si conferma vincente per la promozione del territorio, a dimostrazione che il vino è sempre più un fattore di attrazione per i viaggiatori nelle regioni in cui la vocazione enologica si intreccia strettamente con la storia, l’arte, la cultura e le tradizioni agricole e gastronomiche.
Artefice della nascita e dello sviluppo di questo nuovo modo di scoprire il nostro Paese è il Movimento Turismo del Vino, che dal 1993 ha contribuito in modo decisivo alla sua affermazione.

L’evento “simbolo” per i viaggiatori appassionati di vino è Cantine aperte, che quest’anno è fissato per domenica 26 maggio. Un’edizione particolarmente importante perché sigla il decennale di un’iniziativa che ha goduto di popolarità crescente, attirando ogni anno un numero maggiore di turisti: nell’ultima edizione si sono registrate oltre 920.000 presenze in 850 cantine distribuite nella penisola.
L’obiettivo principale di Cantine Aperte è accompagnare il consumatore nei luoghi di origine dei prodotti enogastronomici, alla scoperta delle persone, del lavoro e dei metodi artigianali di produzione che stanno dietro alle specialità che ogni giorno troviamo sulle nostre tavole.
Anche quest’anno sono molti gli eventi in programma per la giornata: visite guidate alla scoperta di vigneti e processi di vinificazione, degustazione di prodotti tipici, spettacoli musicali. Ma anche tornei di golf in Friuli, mercatini e mostre in Lazio e percorsi d’arte in Puglia. Una serie di appuntamenti che si confermano un vero e proprio “festival” del gusto: protagonisti assoluti il vino e le specialità alimentari del territorio italiano, che il grande pubblico avrà modo di conoscere nella loro infinita varietà.


Ma non c’è solo il divertimento alla base della filosofia di Cantine Aperte: ci tiene a precisarlo Ornella Venica, vignaiola friulana alla guida del Movimento Turismo del Vino, che associa oltre 900 cantine in tutta Italia. «Il nostro impegno è fortemente concentrato nel garantire all’enoturista un’accoglienza professionale di alto livello, che risponda a standard precisi di qualità. A questo proposito sono in via di attuazione una serie di progetti che saranno presentati nei prossimi mesi, rivolti sia ai turisti del vino sia ai vignaioli, e volti a codificare le regole di un’ospitalità perfetta in cantina». Proprio per rispondere alle richieste di personale altamente qualificato si è tenuto il primo Master finalizzato all’accoglienza di visitatori nei “terroir” enoici, un progetto che verrà presto replicato in considerazione del successo ottenuto. «Il workshop si è avvalso della collaborazione della professoressa Magda Antonioli Corigliano, direttore del Master in Economia del Turismo dell’Università Bocconi di Milano, la prima a studiare e codificare il turismo del vino - afferma Ornella Venica - L’obiettivo del corso è la formazione di operatori di cantina specializzati nell’accoglienza: le lezioni spaziano dalla comunicazione al marketing territoriale, dal merchandising al direct marketing ». Il master offre alle cantine l’opportunità di rendersi ancora più competitive su un mercato aperto a nuove prospettive, grazie alla crescita del turismo rurale.

Il comparto del turismo del vino vale ormai 2,5 miliardi di euro (circa 5.000 miliardi di lire) e muove ogni anno 5 milioni di persone: l’inarrestabile “avanzata” sembra destinata secondo le previsioni a progredire ulteriormente nel 2002. I fattori decisivi del successo del turismo rurale, confermati da recenti studi e indagini di mercato, sono di natura psicologica (il bisogno da parte dei turisti di mete rassicuranti e recupero delle radici), culturale (il desiderio di accostarsi a stili di vita più naturali e la maggiore conoscenza del vino e dei prodotti agroalimentari di qualità) ed economica (il trasferimento di quote di reddito dal viaggio lungo al week-end).

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