Il mondo del Moscato spera in un aiuto statale da 9 milioni di euro (18 miliardi di lire) come una sorta di "cassa integrazione" per i viticoltori che beneficerebbero di 1.000 euro ad ettaro (9.000 gli ettari coltivati a Moscato nei 52 comuni del territori a docg tra Astigiano, Cuneese e Alessandrino). Lo ha annunciato Giovanni Satragno, presidente Assomoscato (produttori di uva), nei giorni scorsi, a Santo Stefano Belbo al Coordinamento Terre del Moscato, giustificandolo con "il grave stato di calamità in cui versa la filiera, che ci costringe a tagli alle produzioni". Satragno spera nell´interressamento del ministro Alemanno, così come convinse il suo predecessore Pecoraro Scanio a finanziare con 30 miliardi la distillazione delle eccedenze invendute del ´99. Il presidente di Assomoscato ha fatto il punto sulle trattative con le case spumantistiche ricordando "la necessità di tagliare le rese a 55 quintali per ettaro (in modo da non avere nuove eccedenze, ma lo stoccaggio e diminuto e si potrebbe salire a 58) e alzare il prezzo dell´uva (ora a 16-17.000 al miriagrammo) fermo da 3 anni.
Il giornalista de "La Stampa" Sergio Miravalle, come testimone da anni del settore, ha spiegato che "bisogna dividere nettamente i ruoli tra chi fa promozione e chi fa sindacato, stare attenti ai toni e al muro contro muro. Quando la trattativa rischia di sfilacciarsi bisogna dare "acqua alle funi" e riprendere il dialogo con quelle case spumantistiche serie che privilegiano i legami con il territorio. Lo scopo comune deve essere il rilancio dell´Asti come vino e non come prodotto industriale senza radici, degno dei grandi volumi ma anche di attente selezioni, senza dimenticare le potenzialità dell´uva moscato per altri prodotti, dai passiti allo spumante metodo classico".
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