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VERONAFIERE: "VINITALY 2002 E' STATO IL WORLD WIDE WINES"

Italia
Un brindisi a Vinitaly

"World wide wines: il Vinitaly n. 36 si conferma il più importante appuntamento internazionale per gli operatori del settore". Ed ancora: "un incremento del 15% di operatori specializzati". Per questo VeronaFiere, condotto da Pierluigi Bolla, parla di "un’edizione straordinaria" e "di fare in modo che continui ad esserlo. Il nostro impegno, nel 2002, per il mondo del vino non finisce qui, ma prosegue in Asia con tre appuntamenti che organizziamo a Singapore, in Cina e Giappone". Dichiarazioni che trovano conferme dai commenti di imprenditori importanti. Per Jacopo Biondi Santi, produttore storico del Brunello di Montalcino, il Vinitaly 2002 "è stato sicuramente il migliore degli ultimi dieci anni, in cui si è registrata in particolare una forte presenza di operatori dagli Stati Uniti, Paese che per noi rappresenta un mercato molto importante. In più, la novità è rappresentata da operatori da Cina, Russia, Norvegia, Finlandia ed Olanda”. Anche Tiziana Frescobaldi (Marchesi de’ Frescobaldi) ha rilevato "una forte presenza di operatori già dai primi giorni, con grande interesse espresso soprattutto da quelli provenienti da Germania, Giappone e dall’area asiatica in genere". "C’è molta attenzione da parte di operatori italiani, in particolare del Centro Sud Italia e, con molta affluenza di quelli provenienti da Brasile, Stati Uniti, Irlanda e Norvegia", sottolinea Anna Abbona della Marchesi di Barolo. Gianni Zonin, che con i suoi 1800 ettari è la terza azienda in Europa, afferma: “questa edizione di Vinitaly sta dimostrando con ancor più evidenza del passato il successo del vino italiano di questi ultimi anni, e la comunicazione sta dando giusto risalto alla qualità del vino che esiste in quantitativi reali per soddisfare le richieste dei consumatori". "Un afflusso record di operatori qualificati e di giovani appassionati. C’è una grande qualità e presenza di riviste importanti dall’estero, oltre alle italiane, molto interessate allo spumante metodo classico italiano. Infine, molti volti nuovi, segno che si sta allargando il numero degli appassionati e degli operatori, presenti in modo numericamente impressionante già nelle giornate di giovedì e venerdì", dice il presidente della Ferrari, Franco Lunelli, che a Verona ha festeggiato i 100 anni con uno stand multimediale. “Ordini e contratti commerciali che non si vedevano da anni - dice Lucio Caputo, presidente dell’Italian Wine & Food Institute. Gli operatori americani sono entusiasti, anche perché nessuno batte il vino italiano nel rapporto qualità/prezzo, dato che costa la metà di quello francese a fronte di un prodotto di alta gamma. Tanto che, nel 2001, vi è stato il sorpasso nell’export dell’Italia sulla Francia, sia in quantità che in valore. In questo momento il successo maggiore lo stanno riscontrando il Sangiovese, Amarone e Cabernet made in Italy". "La crescita dell’export di vini australiani del 67% nel 2001 è dovuta soprattutto al Vinitaly - dice John Kennedy della Camera di Commercio Italiana in Australia - Il 2002 è stata una fiera molto più grande ed è in assoluto una delle migliori del mondo. C’è un grande interesse per le varietà italiane prodotte in Australia, dal Barbera al nebbiolo al Sangiovese. Il consumatore australiano inoltre è alla ricerca di vini italiani da abbinare al cibo e grazie ai ristoratori, il made in Italy si afferma sul mercato".

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