Nils Liedholm, non solo estimatore e conoscitore, ma a sua volta anche produttore in Piemonte, di un ottimo Grignolino: eppure ha fatto conoscenza con il vino per caso, più che altro a scopo terapeutico. “Quando sono arrivato in Italia - racconta - ero astemio. Non avevo mai bevuto alcolici. Cominciai a soffrire di cali di pressione, speso mi sentivo debole, quasi non stavo in piedi. Il medico del Milan mi chiese “ma quando mangi, cosa bevi ?” “Ed io gli risposi: “latte. No - mi disse lui - questo in Italia non va bene. E mi prescrisse almeno un bicchiere a pasto: così ho scoperto il vino. Da allora mai più avuto problemi di pressione”. Così, Nils Liedholm ricorda il suo primo incontro con il nettare di Bacco, che “in un certo senso salvò la mia carriera”. In Svezia era una bevanda praticamente sconosciuta: “dopo la guerra si viaggiava poco, eravamo un popolo un po’ isolato. E poi la nostra tradizione era più per la birra: oggi è diverso, tutti apprezzano il vino. Specialmente in famiglia è diventato un completamento naturale della tavola”. Ed anche una volta divenuto allenatore non ha mai avuto preclusioni per il consumo di vino: “se non nel giorno della partita. Altrimenti un bicchiere non può che fare bene”. Oggi che il figlio Carlo è divenuto a sua volta allenatore della Nazionale di calcio dei produttori, Liedholm è più che mai convinto: “quel bicchiere di rosso, magari, mi portò davvero fortuna”.
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