Prendete una vallata incontaminata nel cuore della straordinaria campagna maremmana, di grande interesse archeologico, prendete un ecosistema unico per la presenza di rare specie di piante ed animali, prendete un terroir emergente, quello del Morellino di Scansano, da sempre vocato alla produzione vitivinicola e oggi definito la “nuova California d’Italia”, e provate adesso a metterci in mezzo dieci torri gigantesche, alte 110 metri, con enormi rotori a pale in cima. Il risultato è quello che potrebbe succedere a Scansano, in Maremma, dove è stato autorizzato il progetto di un mostruoso parco eolico che, se realizzato, cambierebbe per sempre il paesaggio e la fisionomia di un territorio unico al mondo. E proprio nel momento in cui dalla Germania, Paese che più di ogni altro al mondo ha puntato su questa forma di energia, l’eolico viene definito “la distruzione del paesaggio altamente sovvenzionata”, come ha scritto Der Spiegel, settimanale tra i più autorevoli in Europa. Contro la realizzazione del parco eolico si sono già allertati gli abitanti della zona: è stato costituito un Comitato per la Difesa dell’ambiente di Scansano, che sta raccogliendo le firme per il blocco del progetto e sta inviando lettere di protesta agli organi competenti di Provincia, Regione e Ministeri. In allerta anche i viticoltori, in particolare quelli della Cooperativa di Scansano, che si troveranno le torri proprio dietro la cantina, anche se ad una certa distanza, e il Consorzio di Tutela del Morellino di Scansano. Alla loro protesta si aggiunge la denuncia di Jacopo Biondi Santi, griffe storica del Brunello di Montalcino e proprietario del Castello di Montepò a Scansano - fortezza medioevale di grande fascino architettonico ed enorme valore monumentale - che ha investito negli ultimi anni milioni di euro per il recupero di quest’area: “Siamo di fronte ad un pericolo gravissimo - spiega Jacopo Biondi Santi - Solo da poco tempo si è saputo, peraltro in modo del tutto casuale, del progetto di un parco eolico che prevede l’installazione di una decina di altissime torri lungo la dorsale di Monte Lumini, proprio di fronte al Castello di Montepò. Né gli abitanti della zona, né i titolari dei numerosi agriturismi, né i produttori del territorio erano a conoscenza di questo progetto che, se portato a termine, andrebbe a deturpare il paesaggio, gravato oltretutto da vincoli storico-ambientali, di una delle zone più belle e amate della Toscana, per un risultato davvero scarso in termini di produzione energetica”.
Il parco eolico sarà realizzato dal gruppo spagnolo Gamesa, con sede anche in Italia. La prima grossa conseguenza dell’installazione delle torri sarà il cambiamento del microclima, con una variazione dei flussi del vento e delle piogge e importanti ripercussioni sulla vita degli animali e delle piante selvatiche, per non parlare dei pregiati vigneti del territorio. “Ci risulta - continua Biondi Santi - che queste centrali, al di là dell’impatto paesaggistico, generano anche un traumatico inquinamento acustico, a cui si aggiunge un notevole squilibrio ambientale, a sfavore di tutta la flora e la fauna stanziale e di passo presente”. La vallata tra Montepò e Monte Lumini è infatti il canale naturale che raccoglie il flusso migratorio di numerose specie pregiate dal punto di vista naturalistico. E se gli uccelli, soprattutto aquile, gufi e altri rapaci protetti, vengono forzatamente allontanati dal loro habitat, a causa dell’enorme rumore generato dai rotori eolici e del cambiamento del microclima, si crea un forte squilibrio generando una proliferazione di ratti e simili. Il parere negativo espresso da Biondi Santi sulla realizzazione del parco eolico non deriva ovviamente da un atteggiamento contrario allo sfruttamento di energie rinnovabili, ma ricade sulla scelta del luogo in cui si intende realizzarlo: troppo invadente e impattante per un’area che da sempre si distingue per il suo appeal naturalistico, oltre che per le emergenze storico-archeologiche (sono state trovate proprio qui le rovine dell’antichissimo Castello del Cotone). E tutto questo per niente, visto che l’energia eolica prodotta in Italia va a coprire appena lo 0,4% del fabbisogno nazionale, a fronte della distruzione dei luoghi più belli, suggestivi e silenziosi del nostro Paese. Ecco perché negli ultimi anni il “business” dell’eolico, tecnologia ormai matura ed in via di dismissione nei Paesi più avanzati, ha attirato le ire del Comitato Nazionale del Paesaggio, presieduto da Carlo Ripa di Meana. “Impianti di questo tipo - prosegue Biondi Santi - possono andare bene in altri contesti, meno antropizzati, non certo per un territorio privilegiato dai turisti, soprattutto appassionati del buon vino, che qui intorno vengono a visitare cantine e vigneti progettati nel più assoluto rispetto per il paesaggio e l’ambiente”. Un caso simile sta avvenendo sull’Isola nel Giglio, dove la popolazione, le associazioni ambientaliste ed i Verdi hanno protestato vivamente contro la decisione di costruire un generatore eolico.
A Scansano le alternative al parco eolico potrebbero essere varie: per esempio la realizzazione di pannelli fotovoltaici - anch’essi fonte di energia pulita e rinnovabile - caratterizzati da minore impatto sul paesaggio, minori costi e maggiore resa. “Non riesco a capacitarmi - prosegue Biondi Santi - come l’amministrazione comunale di Scansano, fino ad oggi sensibile agli aspetti ambientali e di tutela del territorio, abbia potuto approvare un’opera simile. Pensiamo poi ai lavori necessari per realizzare le infrastrutture, con la costruzione ex novo di strade per i camion, di scavi per la posa di linee elettriche e cavi, di cabine di trasformazione (una per ogni torre) e così via”. L’auspicio è che il progetto venga bloccato al più presto: “Lotteremo con tutti i mezzi a nostra disposizione, incluse le vie legali, per impedire questo scempio - conclude Biondi Santi - e siamo pronti a richiedere ai responsabili tutti i danni ambientali e d’immagine che subiremo nel caso di realizzazione degli impianti. E non saremo da soli, poiché il parco eolico avrà un impatto anche sulla vita della popolazione, sul turismo e sull’attività degli altri produttori vitivinicoli, che negli ultimi anni hanno scommesso sul Morellino di Scansano investendo ingenti somme per impiantare vigneti e costruire cantine sottoposte a rigidi vincoli paesaggistici ”. Secondo numerose ricerche condotte in Germania, nelle zone in prossimità di impianti di produzione eolica cade drasticamente il valore immobiliare dei terreni, mentre il flusso turistico rallenta o si interrompe del tutto.
Jacopo Biondi Santi, che ha acquistato il castello-fortezza di Montepò dalla famiglia dello scrittore inglese Graham Greene, produce qui, oltre al Morellino di Scansano, alcuni tra i suoi migliori Supertuscan, nati dopo anni di accurati studi del territorio. Partendo da un’analisi rigorosa del contesto ambientale, l’erede della storica griffe del Brunello ha infatti realizzato, assistito da un team di tecnici, uno studio computerizzato della tenuta: sono state intraprese complesse e costose analisi di tipizzazione per individuare, in ogni particella della tenuta, le caratteristiche del terreno, la preparazione ideale, il tipo di portinnesti, la manutenzione delle viti e così via. Il risultato sono etichette caratterizzate da uno strettissimo legame tra cultura, territorio e microzona, concepite nel più assoluto rispetto dei valori ambientali.
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