Tornano a crescere le esportazioni di vino italiano nel mondo: secondo dati Istat del 2005, il numero di bottiglie “made in Italy” vendute all’estero è cresciuto del 9,2% (per un incremento di oltre un milione di ettolitri che corrispondono ad un valore di circa 46 milioni di euro). Ma c’è anche da segnalare uno spostamento significativo, e questa è una novità assoluta, delle preferenze dei consumatori italiani, che privilegiano sempre di più il vino che proviene dai Paesi extraeuropei, in particolare dagli Stati Uniti, dal Cile, dall’Australia e dall'Argentina, ovvero i Paesi del cosiddetto Nuovo Mondo enologico, a scapito di quello che arriva dagli altri Paesi europei, la cui importazione in Italia è diminuita del 25%. Secondo le rilevazioni Istat, analizzate da WineNews, l'importazione dai Paesi fuori dall’euro è aumentata del 269%, passando dai 134.000 ettolitri del 2004, ai 493.000 del 2005. Anche di questo si parlerà al Vinitaly (Verona, 6/10 aprile 2006), una delle rassegne enologiche più importanti del mondo.
L’incoraggiante dato sulle esportazioni dei vini italiani è il risultato di un incremento sia nei mercati comunitari (+11,5%), sia negli Stati Uniti (+5,1%), ma soprattutto del vero e proprio boom registrato in Paesi extracomunitari come Cina (+117%), Russia (+86,7%) e India (+64%). Il che dovrebbe far riflettere sulle potenzialità di queste nazioni, cosiddette emergenti, che, pur rappresentando ancora una porzione limitata delle nostre esportazioni di vino, stanno reclamando sempre più forte un ruolo da protagonisti, assumendo le caratteristiche di un bacino di utenza dalle grandissime potenzialità, che potrebbe, in un futuro neppure molto lontano, soppiantare i nostri mercati di riferimento.
La nostra produzione di vino è, infatti, destinata per quasi i tre quarti ai Paesi dell’Unione Europea (72,2%, con un incremento in valore pari al 3,4%), mentre quasi il 15% delle bottiglie che escono dall’Italia raggiunge gli Stati Uniti, dove il vino “made in Italy” ha conquistato nel 2005 la leadership del mercato davanti all'Australia e alla Francia (con un incremento in valore del 2,6%).
Dati complessivamente confortanti, quindi, che inducono le aziende vitivinicole italiane a scommettere su un incremento dei fatturati e, soprattutto, su un ulteriore aumento delle esportazioni in questo 2006. Questo il parere di 50 fra i produttori più importanti del nostro Paese, raccolto da WineNews in un recente sondaggio in collaborazione con Vinitaly. La riscossa, ad almeno 4 anni di “lacrime e sangue”, parte, dunque, dalle aziende, ma il presente e soprattutto il futuro rimangono ancora incerti, ed è impensabile che il mercato del vino, pur dimostrando una ripresa incoraggiante, possa essere completamente uscito da una pesante crisi forse mai vista prima.
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