Un fondo di garanzia per le vittime di prodotti pericolosi e frodi alimentari: è la richiesta dell’associazione “Altroconsumo” per il ventesimo anniversario dello scandalo della vicenda del vino al metanolo, il più grave scandalo di adulterazione alimentare in Italia.
”Nel 1986 - ricorda “Altroconsumo” - delle partite di vino adulterato provocarono in Lombardia, Liguria e Piemonte la morte di 19 persone e arrecarono gravi lesioni a 15 altre” lamentando che “diversi consumatori, a vent’anni di distanza, aspettano ancora giustizia, e risarcimenti per gli ingentissimi danni subiti”.
Il fondo, spiega l’associazione indipendente di consumatori, servirebbe a far valere i diritti di quelle vittime che, come capitato nel caso del vino al metanolo, non ottengono giustizia a causa dell’insolvenza dei diretti responsabili. Alla fine dell’iter giudiziario, infatti i responsabili della frode hanno subito la condanna penale ma, avendo dichiarato fallimento, non vi sono stati risarcimenti alle vittime.
”Fondi di questo tipo - ha detto Paolo Martinello, presidente di “Altroconsumo” - esistono già in vari settori, come ad esempio le vittime di incidenti stradali causati da non assicurati. E’ stato realizzato persino un fondo di garanzia per i turisti vittime di tour operator insolventi o falliti, dunque per situazioni meno gravi rispetto alle conseguenze per la salute o per l’incolumità delle persone coinvolte nella vicenda dell’adulterazione del vino con il metanolo. Un segnale deve essere dato”.
Negli ultimi anni, tuttavia, qualcosa è stato fatto: “Altroconsumo” ricorda infatti la creazione del Nas, nati sull’onda dello scandalo, e il fatto che attualmente il sistema di produzione del vino garantisce standard qualitativi superiori rispetto a vent'anni fa: “una frode di tale gravità - ha sottolineato l’associazione - è impensabile”.
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